Treviso, aziende tessili sequestrate: nessuna sicurezza e fisco evaso per 2 milioni di euro

Oltre alle scarse condizioni igieniche anche smaltimento illecito di 20 mc di scarti di lavorazione. Dal 2007 le imprese usavano la formula 'apri e chiudi', nello stesso posto, ogni volta che emergevano le insolvenze

Azienda tessile illegale

Azienda tessile illegale

Veneto, 29 marzo 2023 - Niente estintori, niente segnali per le vie di uscita, niente luci di sicurezza in prossimità delle porte di emergenza, vie di fuga ostruite. Ma anche zero formazione dei dipendenti sui rischi in materia di salute e sicurezza, assenza del documento di valutazione dei rischi, nessun responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi, scarse condizioni igieniche, illecito smaltimento di 20 metri cubi di scarti tessili, accatastati in un box auto. É quello che hanno trovato Fiamme gialle, Vigili del fuoco, Spisal, Ispettorato del lavoro e Arpav di Treviso, con il contributo dei Comuni interessati, in tre controlli in aziende tessili a Crocetta del Montello, Cornuda e Giavera del Montello. "Alla luce della grave situazione di degrado emersa, i tre opifici, che operavano sulla base di commesse ricevute da imprese locali, sono stati sottoposti a sequestro preventivo d'urgenza" dai finanzieri di Treviso e Montebelluna, riferisce una nota della Gdf.

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Pendenze tributarie per 2 milioni di euro

Ma non è finita qui: i provvedimenti cautelari sono stati convalidati dal Tribunale, gli amministratori delle tre ditte sono stati segnalati alla Procura di Treviso per violazioni delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro e illecito smaltimento di rifiuti. Inoltre, sono emerse pendenze tributarie per due milioni di euro da parte delle dieci ditte, tutte amministrate da stranieri, che, dal 2007, hanno gestito i tre laboratori: imprese 'apri e chiudi' che, divenute insolventi con l'amministrazione finanziaria, hanno trasferito personale e macchinari nella successiva impresa costituita ad hoc, continuando a operare nello stesso luogo, con gli stessi clienti e fornitori, cambiando solo nome e partita Iva.

Prezzi competitivi evadendo il fisco

L'operazione della Guardia di Finanza di Treviso "ha avuto il fine di tutelare la sicurezza dei lavoratori e di colpire il comportamento di chi agisce nel mercato in modo sleale, a beneficio degli operatori economici onesti e rispettosi delle regole: il mancato rispetto delle più elementari norme in materia di sicurezza e il sistematico ricorso a imprese di comodo, costituite una dopo l'altra per favorire l'evasione fiscale, consentono infatti di applicare prezzi altamente competitivi, in danno delle imprese che operano rispettando la legge, costrette a sostenere costi maggiori", evidenzia la stessa Gdf.