Crollo Marmolada, com'è stato riconosciuto Davide Carnielli? Il racconto di Zaia

"Ho bypassato qualche regola sulla privacy: sono andato dai genitori nella 'sala della disperazione’ e ho cercato di dargli un nome", racconta il governatore del Veneto

Belluno, 6 luglio 2022 –  Era stato ritrovato sul ghiacciaio in condizioni terribili, impossibile riconoscere il volto di Davide Carnielli, il 30enne trentino rimasti gravemente ferito nel crollo della Marmolada. Ci sono volute ore prima di dare un nome a quel corpo ricoverato in terapia intensiva all'ospedale di Treviso. Carnielli – un alpinista di Fornace, in provincia di Trento – è stato ritrovato in vetta in stato di incoscienza per un importante edema cerebrale e lesioni agli organi interni. Ed era senza documenti. A dargli un nome, l’intervento del governatore Luca Zaia.

Oggi le vittime accertate della tragedia in quota salgono a nove. Due in più rispetto a ieri, di cui 4 riconosciute dai famigliari e 5 non identificati. I feriti sono 7: 4 ricoverati a Trento, 3 in ospedali veneti. “Ora dopo ora, si va consolidando un triste bilancio. Non ci sono parole, se non lacrime: tutto il Veneto piange”. È il commento del governatore Luca Zaia dopo il ritrovamento di altre vittime nell’inferno della Marmolada. “Siamo vicini ai familiari delle vittime di una delle più brutte pagine di storia delle nostre montagne. In questi giorni avevo sempre cullato la speranza che qualcuno dei dispersi dopo la tragedia della Marmolada potesse essere ritrovato e curato. Le ricerche comunque continuano, per dare una degna sepoltura a tutti”, aggiunge Zaia.

Sommario:

Davide Carnielli, l'alpinista 30enne salvato sulla Marmolada
Davide Carnielli, l'alpinista 30enne salvato sulla Marmolada

Zaia: “Ecco come ho fatto”

“Siamo nel paese della privacy, siamo nel paese di tutto quello che sappiamo, ma il caso è stato risolto dal sottoscritto bypassando alcune regole”. Racconta il presidente Luca Zaia, che ha ricostruito i passaggi per l'identificazione di Davide Carnielli, sopravvissuto al disastro della Marmolada e ancora ricoverato in prognosi riservata a Treviso.

“Io sono andato dai genitori – ha ricordato Zaia in un’intervista video a Today – nella 'sala della disperazione’ di tutti coloro che stanno aspettano notizie del proprio figlio o del proprio congiunto, e lì ho detto: Guardate, noi abbiamo questo paziente, non ha nome e cognome. Nessuno lo riconosceva, però giustamente un genitore ha detto che era impossibile riconoscerlo perché politraumatizzato.

La situazione sembrava impossibile, ma il governatore veneto non si è perso d’animo. “Un paio di di coppie di genitori mi hanno detto delle caratteristiche fisiche dei propri figli. Purtroppo su uno più giovane non c'è stato riscontro, invece su sull'altro ragazzo di trent'anni c'è stato riscontro. Quindi, dopo quarantotto ore, una coppia di genitori ha ritrovato il proprio figlio. Penso questa sia una bella storia – ha concluso – e noi tutti tifiamo perché Davide ce la possa fare”.

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Droni in volo sulla Marmolada

Non si fermano le perlustrazioni sulla Marmolada, questa mattina quattro droni sono tornati in volo sul ghiacciaio alla ricerca dei dispersi. Il loro compito è quello di passare al setaccio la zona in cui la frana di ghiaccio e detriti ha travolto gli alpinisti domenica scorsa. Tra oggi e domani, sono previsti forti temporali e la speranza dei soccorritori è che la pioggia possa in qualche modo ripulire la superficie e consentire una visuale migliore agli operatori del soccorso alpino.

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Radar per sondare nuovi distacchi

Intanto anche il radar di Rigopiano è arrivato sulla Marmolada, con il professor Nicola Casagli, docente di Geotecnica all'Università di Firenze e presidente dell'Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale di Trieste. L’obiettivo è verificare se siano in atto nuovi distacchi e se ci sia un'instabilità che possa portare ad altri eventi. Le apparecchiature saranno collocate a 2.700 metri di quota, all'interno di una casetta in legno costruita dai vigili del fuoco di Canazei.

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“Obbligo morale: restituire i corpi alle famiglie”

Il Veneto sta lavorando da giorni alla ricerca dei dispersi che, più passano le ore, più cresce la certezza che siano morte. "Abbiamo l'obbligo morale di restituire i corpi alle loro famiglie. È l'impegno che ci siamo presi io e il presidente della provincia di Trento, Maurizio Fugatti, e che abbiamo chiesto ai volontari e al tavolo di coordinamento". Sono le parole del governatore Luca Zaia, che sta monitorando in tempo reale lo scenario dopo il crollo della Marmolada.

"Ho incontrato i familiari, a differenza di molti che parlano e non li hanno visti – ha anche precisato –. Si respira l'aria di una tragedia, dell'angoscia di chi non vede più il proprio figlio, coniuge, fratello. Questa tragedia è eccezionale quanto imprevedibile".

Bandiere rosse: la proposta di Zaia

Sul fronte della prevenzione, il governatore del Veneto ha proposto l'idea di istituire le bandiere rosse come al mare, per segnalare il pericolo in montagna. Bandiere che possono aiutare gli escursionisti a compiere scelte sempre più consapevoli, tanto più in una stazione eccezionale come questa. Una proposta rilanciata anche dal presidente della provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti.