Miriam Ciobanu, travolta dall'auto a 130 all'ora. "Non l'ho vista, ho sentito il botto"

Alessandro Giovanardi, l'automobilista 23enne accusato di omicidio stradale aggravato, davanti al gip per la convalida del fermo. L'incidente è avvenuto la notte di Halloween a Pieve del Grappa, nel Trevigiano

Treviso, 3 novembre 2022 – “Non l'ho proprio vista: ho sentito il botto sulla carrozzeria e poi ho iniziato la frenata”. Sono immagini forti, che gli rimarranno a lungo stampate nella memoria quelle raccontate da Alessandro Giovanardi, il 23enne che la notte di Halloween ha travolto e ucciso Miriam Ciobanu, studentessa trevigiana di 22 anni. Il ragazzo, che si trova nel carcere di Treviso, oggi comparirà davanti al giudice per l'udienza di convalida dell'arresto per omicidio stradale aggravato dai tassi in eccesso di alcol e droga.

Miriam Ciobanu, esce dal carcere il 23enne che l’ha investita: per lui obbligo di dimora

''Troppe tragedie per colpa di chi guida ubriaco e drogato. Stiamo lavorando per intervenire sui Codici per aumentare sanzioni e salvare vite''. Lo scrive il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, su Facebook.

Miriam Ciobanu e l'auto che l'ha investita sulla statale 20
Miriam Ciobanu e l'auto che l'ha investita sulla statale 20

Il racconto di Alesandro Giovanardi

“Avevo bevuto, ma non in maniera smodata. La marijuana? L'altra sera non ho fumato, ero a una festa dove c'erano anche famiglie insieme a bambini”. A dirlo è Alessandro, a parlare con i giornali locali è stato il suo difensore, l'avvocato Luca Milano, che fa sapere che il ragazzo “è molto molto scosso, molto provato, continua a pensare agli istanti tragici dell'incidente e non sa darsi pace”. Miriam è uscita di casa dopo uina lite col fidanzato, un 19enne che sarebbe su una sedia a rotelle dopo un incidente : non ha potuto seguirla, sarebbe stato il fratello a cercare di fermarla. Ma invano. L'auto sfrecciava a 130 all'ora, l'impatto è stato devastante

L’incidente: si poteva evitare?

Alessandro Giovanardi, il 23enne di San Zenone degli Ezzelini, ha investito Miram all'alba del 1 novembre. Erano le 4.30 passate e la ragazza stava camminando sul bordo della carreggiata lungo via Vittorio Veneto, a Pieve del Grappa. Quella notte avrebbe dovuto rimanere a dormire nella casa del fidanzato di Fonte – così aveva detto al padre nell’ultima telefonata in tarda serata dopo una cena in pizzeria col suo ragazzo, 19enne che frequentava da poco– ma poi i due giovani hanno litigato e Miriam ha deciso di tornare a casa da sola. A piedi, di notte e in un tratto di strada non illuminata.

Alessandro dice di non averla vista, forse a causa della nebbia e della velocità sostenuta. L'investitore, risultato positivo ai controlli per la verifica dell'assunzione di alcol e di stupefacenti, ha respinto l'accusa di aver fumato marijuana. Sulla strada dov'è avvenuto lo schianto, la sua Audi A3 ha lasciato il segno di una frenata di una ventina di metri. Pare che il ragazzo abbia pensato di aver colpito un animale selvatico. Quando è sceso e ha capito è scoppiato in un pianto a dirotto, sentito a centinaia id metri di distanza dagli abitanti della zona, i primi ad arrivare sul posto.

I sogni infranti di Miriam

Gli ultimi momenti di vita di Miriam Ciobanu sono una concatenazione di eventi sfortunati e tragici da sembrare irreali, come fossero la sceneggiatura di un film. Miriam, che stava per iscriversi all'Università di Padova, sognava una laurea in psicologia criminale. La 22enne viveva con la mamma e il suo nuovo compagno, un uomo di origini romene, a Onè di Fonte, distante solo 2 o 3 chilometri da Paderno, frazione di Pieve del Grappa dove c'è la casa del fidanzato. Aveva trascorso la serata con lui ed il fratello del 19enne, in una pizzeria della zona. Poi, vista l'ora tarda, aveva chiamato il padre al telefono, prima della mezzanotte, avvisandolo che avrebbe dormito a casa di una amico, perché non si preoccupasse.

Ma, quella notte, qualcosa però è andato storto: lei ed il fidanzato hanno litigato, in modo pesante. Non è chiaro se sia stato il ragazzo a metterla alla porta o se lei, arrabbiata, abbia deciso di tornarsene a Fonte, da sola e a piedi. D’altronde erano solo pochi chilometri, mai avrebbe pensato che sarebbe stata in pericolo. Avrebbe tentato anche un'ultima chiamata al padre per raccontare che aveva cambiato i piani, o forse per farsi venire a prendere in macchina – ma l'uomo non ha sentito lo squillo del cellulare, perché stava dormendo. Miriam si è così incamminata lungo via Vittorio Veneto, il tratto comunale della provinciale 20, e poco dopo c’è stato l'investimento mortale.

La passione per libri e diritti civili

Appassionata di viaggi e di libri, Miriam era una bella ragazza dai lunghi capelli neri, gli occhi intensi, che non temeva di esporsi per esprimere le proprie idee. Come quando aveva fatto un lungo post contro l'iniziativa della parrocchia di San Zenone degli Ezzelini, che aveva ‘festeggiato’ la bocciatura in Senato del ddl Zan. Idee politiche e diritti civili. Nei suoi profili social, in questi mesi, aveva le frasi di Luigi Pirandello da ‘Uno nessuno e centomila’: “Andate là che è un giuoco magnifico, codesto della vostra coscienza che vi basta”.

Oltre che sulla sua famiglia, il dramma è calato da ieri notte anche sulle famiglie degli altri due ragazzi coinvolti in questa vicenda. Il conducente dell'Audi e il fidanzato 19enne di Miriam, probabilmente con un senso di rimorso grande come una montagna. Chi ha potuto sentirlo dice che il giovane è sconvolto, non vuole parlare con nessuno, teme soprattutto che il suo nome esca sui media. Nelle prossime verrà comunque ascoltato dai carabinieri.