Chi era Chiara Moressa, vittima dell'incidente sull'A4 morta insieme al cagnolino Misko

La 40enne padovana è morta lunedì allo svincolo veneziano di San Stimo. Un tir l'ha tamponata, scaraventandola contro un altro camion. A bordo un cane abbandonato che aveva appena preso in consegna per portarlo dai volontari di Prijedor Emergency

La scena dell'incidente in cui sono morti Chiara Moressa e il cane Misko

La scena dell'incidente in cui sono morti Chiara Moressa e il cane Misko

Venezia, 5 ottobre 2022 – Sono 10 i morti del tratto maledetto dell’A4 tra San Donà di Piave e Portogruaro, lo stesso dove lunedì sera hanno perso la vita la 40enne Chiara Moressa e il cagnolino Misko. Era appena entrata in autostrada allo svincolo veneziano di San Stino di Livenza, dopo aver recuperato un cane di piccola taglia che era stato abbandonato in Bosnia e affidato in Friuli. Chiara era una “staffetta”, un angelo degli animali: avrebbe dovuto portare il cagnolino abbandonato al canile “La Cuccia” di Azzano Decimo, una struttura che lavora per Prijedor Emergency.

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La donna – originaria di Piove di Sacco e residente a Brugine, entrambi nel Padovano – è rimasta coinvolta in un incidente dalla dinamica complessa, ancora al vaglio della polstrada. Dai primi elementi emersi, sembra che l’auto sulla quale viaggiava Chiara con il piccolo Misko sia stata violentemente urtata da un mezzo pesante e scaraventata contro un altro camion che la precedeva. Erano le 18.30 di lunedì 3 ottobre. La strada è stata riaperta solo il mattino dopo, ieri 4 ottobre, per via delle condizioni difficili del sinistro che hanno prolungato le indagini sul campo e rallentato le operazioni di sgombero dei mezzi coinvolti. L’inchiesta sulla morte di Chiara Moressa è coordinata dalla Procura di Pordenone.

Chi era Chiara Moressa

“Il destino crudele e infame ha deciso che quello di questi due angeli fosse l’ultimo viaggio, perché alle 18.30, su quella strada che li portava verso casa, hanno trovato insieme la morte”, dicono i volontari della onlus Prijedor Emergency. È solo uno dei tantissimo messaggi che hanno invaso i social subito dopo la morte di Chiara, il mondo degli animalisti è in lutto per la scomparsa della 40enne e del piccolo Misko.

Chiara Moressa era nata e vissuta nel Padovano. Prima a Piove di Sacco, dove è venuta al mondo 40 anni fa, poi a Brugine dove nell’87 si era trasferita con la famiglia. Per un paio d’anni ha abitato in Piemonte – ad Aqui Terme, in provincia di Alessandria – per poi tornare in Veneto nel 2013. Si era trasferita nella casa della nonna, morta un anno fa, in via Boschetti a Brugine. Tutti la ricordano come un “angelo”: amava il bello ed era sempre pronta ad aiutare chiunque fosse in difficoltà. Tra le sue passioni c’erano i cani: li accudiva, aiutava i trovatelli a cercare famiglia e faceva la staffetta per gli animali abbandonati.

Chiara aveva una vita davanti che l'aspettava. Non è facile trovare le parole per commentare la sua perdita. A nome di tutta l'amministrazione comunale, mi sento di trasmettere ai suoi familiari più stretti e ai suoi amici le più sentite condoglianze”, ha spiegato all’indomani della tragedia il primo cittadino di Brugine, Michele Giraldo.

La protesta: “Troppi morti nel tratto maledetto”

È lunga la lista degli incidenti mortali avvenuti sull’A4: 10 le vittime di quello che sul territorio viene chiamato il “tratto maledetto” del Veneto Orientale. La situazione è pesante, tant’è che a fine settembre don Mauro Gazzelli, il parroco della cittadina trevigiana di Cessalto, ha radunato sindaci, fedeli e associazioni delle vittime della strada per andare in processione fino al casello dell’A4, sfilando con la statua della Madonna. E poi lì, davanti al casello, ha detto mesa per tutti i morti: 41 i ragazzi persi solo dalle famiglie di Cessalto, il prete ha fatto apporre una targa con tutti i nomi davanti alla chiesa.

La A4 Venezia-Trieste è una tra le infrastrutture più trafficate d’Italia. Il territorio chiede il completamento della terza corsia, la Fondazione Tink Thank Nord Est ha lanciato un appello al nuovo Governo. Prima della caduta del governo Draghi, in estate è stata firmato un accordo cooperazione tra il Ministero delle Infrastrutture e le regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto, ma poi il passaggio di consegne si è fermato.