Chiostro millenario ceduto, interviene il Ministero

Franceschini chiede spiegazioni. L’informativa dei carabinieri è in Procura

Dario Franceschini (Ansa)

Dario Franceschini (Ansa)

Chiaravalle (Ancona), 22 aprile 2015 - Il chiostro millenario dell’Abbazia ceduto dal Comune nonostante il vincolo di inalienabilità e in cambio del cosiddetto «orto dei preti»: il Ministero per i Beni e le attività culturali chiede spiegazioni, mentre l’informativa con i primi risultati delle indagini è in Procura. Si è in attesa dell’assegnazione del caso al magistrato competente. Prosegue l’indagine della magistratura sul complesso cistercense, svelata dal Carlino, il 4 aprile scorso. E anche il ministro Dario Franceschini ora vuole vederci chiaro.

Le condotte al vaglio degli inquirenti potrebbero far ipotizzare diversi tipi di reati anche contro la pubblica amministrazione. La lente della magistratura mira a fra luce sull’operato della vecchia giunta Montali: potrebbero essere chiamati a risponderne ex amministratori e dirigenti. I carabinieri della compagnia di Jesi hanno inviato un’informativa alla Procura, dopo aver acquisito tutta la documentazione relativa alle cessione del chiostro (800 mq) in cambio degli orti e anche dell’ok al piano particolareggiato del centro storico, piano che ha aperto la strada al progetto commerciale accanto all’Abbazia del Mille e cento, l’area ex Cral-Fintecna appunto. E anche il nucleo tutela patrimonio dei carabinieri ha avviato degli accertamenti preliminari per conto della magistatura. Ad attivare il tutto, l’esposto dell’ex consigliere comunale Ennio Mencarelli. 

Gli inquirenti avrebbero accertato l’inalienabilità del chiostro (la parte del monastero cistercense che si affaccia su piazza Garibaldi) ceduto invece con diritto di superficie per 99 anni alla parrocchia con l’ok del consiglio, nel maggio del 2010, su impulso della giunta. Con quella delibera gli 800 mq di chiostro acquistati dal Comune a 400 milioni di lire dal Monopolio (alla fine degli anni ’80) sono stati trasformati da patrimonio indisponibile a disponibile per la durata del diritto di superficie. E ciò nonostante la legge nazionale del 1985 specificasse come l’immobile rientrasse nei beni patrimoniali indisponibili del Comune (destinazione pubblica immutabile). Il bene per giunta era tutelato dalla direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici a cui la giunta Montali alla fine del 2011 ha chiesto l’autorizzazione a cedere il diritto di superficie alla parrocchia Santa Maria in Castagnola. 

Il nullaosta della Soprintendenza è arrivato tra febbraio ed agosto 2012 e, a novembre dello stesso anno, la cessione è stata sancita. Per questo il Ministero, dopo il clamore sollevato oltre i confini marchigiani dall’inchiesta, ha chiesto spiegazioni ai carabinieri ma anche alla stessa Soprintendenza. Ma si indagherebbe anche sullo scambio con l’orto dei preti che ha un valore di un decimo rispetto ai 900mila euro dei locali del monastero ceduti (già in parte ristrutturati). Poco dopo l’ok del consiglio alla cessione del chiostro in cambio degli orti la Servizi srl acquistò dalla Fintecna l’area da destinare a centro commerciale: unica strada di accesso al megastore proprio gli orti. Progetto concertato anche con gli uffici comunali per stessa ammissione della Servizi srl in sede di presentazione del ricorso al Tar, contro il vincolo posto dalla Soprintendenza sull’area.