Delitto del catamarano, ecco chi è De Cristofaro

Il 62enne parla diverse lingue e sa adattarsi a qualsiasi situazione

Filippo Antonio De Cristofaro quando venne arrestato

Filippo Antonio De Cristofaro quando venne arrestato

Ancona, 21 febbraio 2017 - È la quarta volta che Filippo De Cristofaro, il 62enne che nel giugno 1988 uccise a colpi di machete la skipper pesarese Annarita Curina per impadronirsi del suo catamarano, insieme alla 17enne amante olandese Diane Beyer, si sottrae o tenta di sottrarsi alla cattura.

Ma chi è De Cristofaro?

Un camaleonte, giramondo, factotum che sapeva adeguarsi a qualsiasi situazione «al punto che non rimaneva mai senza lavoro tanto che era capace di vivere ovunque, tra mille espedienti e mestieri come lo scaricatore di porto, prima a Marsiglia e poi in Portogallo». Il ritratto di Filippo Antonio De Cristofaro viene fatto dal vice capo della Mobile di Ancona, Carlo Pinto.

«Conosceva l’inglese, il francese, l’olandese, il portoghese e aveva imparato le lingue orientali in carcere. Queste erano il suo lasciapassare». Esperto informatico dopo un corso frequentato in cella, aveva sfruttato le sue conoscenze per mantenere i contatti via Internet e comunicare. Era riuscito a craccare la password del Palazzo Marconi di Lisbona, sede dell’azienda telefonica portoghese, e a usare quel wi-fi dedicato esclusivamente ai dipendenti direttamente dall’esterno, sfruttandone il raggio d’azione senza mai lasciar traccia né dei suoi movimenti sul web né la sua immagine sui frame delle videocamere nei pressi dell’edificio. Un meticoloso pianificatore al punto che, quando evase dal carcere dell’Elba portò via l’hard disk del suo computer. Gli investigatori hanno però ricostruito tutti gli spostamenti di De Cristofaro che, evaso da Porto Azzurro dove stava scontando un permesso premio nell’aprile 2014, si allontanò in barca. Poche ore dopo era arrivato ad Ancona, da dove si era spostato prima a Pescara, poi a Bari, dove era rimasto tre giorni, con l’intenzione poi di attraversare il mare Adriatico e andare in Albania o nella ex Jugoslavia. Proprio nel capoluogo pugliese, dove è nato il 7 aprile 1954, l’ex latitante ha parenti. Le piste battute portano gli investigatori fino in Ucraina a seguito di una lettera anonima a fine agosto 2014 contenente parecchi indizi che avevano però trovato riscontro sul posto, come l’esistenza di un negozio di animali dove il latitante avrebbe trovato lavoro.

De Cristofaro viene poi intercettato a Milano, dove aveva altri congiunti e venne ripreso anche in Piazza Duomo. Le sue tracce si perdono finché il suo volto non viene immortalato dalle telecamere di alcune stazioni ferroviarie a Marsiglia. Qui vive per tre mesi quindi, nel luglio 2014, il trasferimento in Portogallo optando prima per la fin troppo grande e sorvegliata Lisbona, quindi Gamaleres e infine Sintra. Un arresto tempestivo: tra le sue intenzioni c’era quella di partire per la Costa D’Avorio e dedicarsi al commercio di diamanti.