Hotel Rigopiano, altri morti ma la coppia non si trova

Gli osimani Domenico Di Michelangelo e la moglie Marina Serraiocco ancora dispersi. Salvato invece il figlio

La coppia di Osimo ancora dispersa

La coppia di Osimo ancora dispersa

Ancona, 25 gennaio 2017 - Una macabra lista che si aggiorna di ora in ora e il terrore di essere chiamati, di avere conferma della peggiore delle paure. E poi la speranza, che a tratti torna a illuminare un’attesa estenuante quando i nomi dei propri familiari non vengono pronunciati. Questa è stata la giornata di ieri all’ospedale Santo Spirito di Pescara, mentre ancora si scava per trovare i dispersi della valanga killer in Abruzzo: ancora almeno una sessantina i parenti delle vittime che aspettano notizie sui propri cari. E questa è stata la giornata anche per i parenti di Samuel.

Il piccolo di 7 anni ha passato la mattinata in pediatria, per poi essere dimesso. Con lui gli zii e i nonni che non lo hanno lasciato neanche per un minuto, per proteggerlo dall’orrore che si consumava quattro piani più in basso del reparto di Pediatria. In obitorio sfilavano infatti le salme, undici in tutto. Nel corso della giornata sono stati identificati sei corpi. Alcuni grazie alle foto di alcuni dettagli: un tatuaggio, un anello, un particolare fisico, proprio per evitare ai familiari l’estremo strazio, quello di vedere i cadaveri, a meno che la famiglia stessa non ne facesse richiesta. Altre due erano in arrivo ieri sera: 17 i morti confermati, con il bilancio dei dispersi che si alleggerisce e quello delle vittime che, ovviamente, si aggrava sempre di più.

Tra i cadaveri estratti ieri dalle macerie dell’Hotel Rigopiano non ci sarebbero però quelli di Domenico Di Michelangelo, poliziotto di 41 anni di Chieti ma in servizio a Osimo e Marina Serraiocco, originaria di Popoli ma residente a Osimo e proprietaria del negozio ‘La bomboniera’, nel centro della cittadina. Dei genitori di Samuel fino a ieri nessuna notizia e anche se la conta dei morti che si aggiorna in continuazione getta una luce cupa sulle ore che aspettano la comunità di Osimo e quella di Chieti, la speranza non abbandona i parenti della giovane coppia.

«Fino alla fine continueremo a sperare», aveva detto l’altroieri il fratello di Domenico, Alessandro, anche lui poliziotto. E fino alla fine il pensiero non vuole andare alla più tragica delle conclusioni, innanzitutto per fare forza a Samuel che ad appena 7 anni ancora aspetta di ritrovare mamma e papà. Con il suo coraggio è riuscito a scampare a un inferno di neve e ghiaccio e la famiglia non può che avere la stessa forza, fino alla fine.

Ieri in serata i familiari di Samuel non erano stati convocati ufficialmente in ospedale a differenza di altri parenti, che lentamente, spesso piangendo, sfilavano nel corridoio del piano terra del nosocomio abruzzese. Poi le scale, fino al primo piano, dove da giorni aspettano di avere notizie, riuniti e protetti dagli psicologi della protezione civile e dal personale sanitario.

Una specie di famiglia, quella dei parenti delle vittime e dei sanitari, ma anche delle forze dell’ordine e dei soccorritori, che si è unita per trovare la forza di affrontare ore di vuoto e attesa. Protetti dalla stampa e dalle notizie che si rincorrono, a volte per essere smentite, protetti da un’atmosfera spettrale illuminata solo dai neon dell’ospedale. Ieri sera sotto l’Hotel Rigopiano c’erano ancora almeno 12 dispersi, dopo che l’ammasso di ghiaccio e detriti aveva lasciato uscire i corpi di altre delle 40 persone, tra dipendenti e ospiti, presenti nella struttura al momento della slavina: il conto ieri sera arrivava a 17 morti confermati.

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