Ancona, tenta di vendere la figlia neonata per 20mila euro

Romena di 24 anni agli arresti in una struttura protetta anconetana

Un neonato, foto generica (Olycom)

Un neonato, foto generica (Olycom)

Ancona, 30 aprile 2017 - Una storia agghiacciante: avrebbero tentato di vendere una bambina per ventimila euro. Questo era il prezzo di una neonata fissato per disfarsi di una vita umana.

E’ ai domiciliari in una struttura protetta dell’Anconetano Nicoleta Tanase, la romena di 24 anni accusata di aver venduto la figlioletta appena nata per 20mila euro. La neomamma era arrivata ad Ancona nelle settimane scorse, come ospite della comunità, quando le indagini sulla vendita della bambina erano appena partite: gli agenti della Squadra mobile di Latina dovevano ancora ricostruire i ruoli dei protagonisti della vicenda e la puerpera per cautela era stata considerata una vittima. La giovane donna era stata messa al sicuro, lontano dall’ambiente in cui era maturato l’incredibile scambio commerciale.

Le indagini hanno portato gli inquirenti a ipotizzare che in realtà la giovane donna aveva ceduto la figlioletta volontariamente, non sotto la minaccia di un aguzzino o di un’organizzazione specializzata. Su input della Questura di Latina, dunque, venerdì gli uomini della Squadra mobile di Ancona hanno notificato la misura cautelare alla neomamma, accusata di alterazione di stato civile e violazione delle norme sull’adozione. La donna, martedì, affronterà l’interrogatorio di garanzia: sarà ascoltata per rogatoria dal giudice per le indagini preliminari di Ancona, nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Procura laziale.

La vicenda è emersa grazie alla segnalazione di un funzionario di stato civile del Comune di Latina: Francesca Zorzo, la 35enne che aveva deciso di acquistare la neonata, già madre di un bambino e sposata con un uomo ora in carcere per droga, aveva fissato un appuntamento per registrare la piccola, dicendo che era nata in casa. In realtà per mesi la Zorzo aveva indossato un pancione di gomma: aveva prenotato la piccola prima ancora che nascesse. Poi, però, aveva rinviato l’appuntamento con varie scuse e all’anagrafe non si era più presentata. Quando la bambina era nata, infatti, era emerso che era mulatta e quindi la 35enne non poteva farla passare per sua figlia. I continui rinvii e poi l’annullamento dell’appuntamento hanno fatto insospettire il funzionario, che ha segnalato il caso alla magistratura. Oltre alla Tanase e alla Zorzo, agli arresti domiciliari è finito anche Youssef Berrazouk, 48enne marocchino, accusato di aver fatto da intermediario tra la Zorzo e la Tanase. Quando l’affare era sfumato la giovane romena aveva affidato la piccola al padre naturale, un richiedente asilo originario del Mali, residente ad Anzio. Qui la polizia ha trovato la neonata, che è stata affidata a una casa famiglia. La strada della piccolina sembra ormai irrimediabilmente divisa da quella della mamma, anche se la donna non era più riuscita a venderla.