Delitto di via Crivelli, 4 proiettili per Giacconi: altre indagini sulla traiettoria

Il magistrato ha disposto nuovi accertamenti sulla mattanza d'amore dello scorso 7 novembre

Tragedia in via Crivelli ad Ancona, il padre ferito (foto Emma)

Tragedia in via Crivelli ad Ancona, il padre ferito (foto Emma)

Ancona, 28 novembre 2015 - Colpito da quattro proiettili mentre tentava di sfuggire ai colpi del fidanzato di sua figlia, resta in coma irreversibile Fabio Giacconi, ridotto in fin di vita durante la sparatoria del 7 novembre nella sua casa di via Crivelli, dove è stata uccisa la moglie Roberta Pierini.

Sul 49enne, ancora ricoverato nella Clinica di Rianimazione dell’ospedale regionale di Torrette, il sostituto procuratore Andrea Laurino ha disposto nuovi accertamenti medico legali, che saranno eseguiti dal dottor Marco Valsecchi. Attraverso l’esame sul sottufficiale dell’Aeronautica, la Procura intende chiarire l’esatta traiettoria dei proiettili, uno dei quali ha raggiunto Giacconi alla nuca, mentre tentava di mettersi in salvo sul terrazzo dell’abitazione familiare.

Gli accertamenti verranno svolti come atto irripetibile e anche i legali dei due indagati, la figlia di Giacconi e il suo fidanzatino Antonio Tagliata, potranno nominare loro consulenti, che possano assistere all’esame. Tagliata aveva esploso quattro colpi contro Fabio Giacconi, mentre erano tre i proiettili che avevano raggiunto la moglie Roberta Pierini, finita da un colpo alla tempia quando era già a terra.

Gli inquirenti stanno anche lavorando per accertare con esattezza in quanto tempo si sia svolta l’azione omicidiaria, per chiarire se, come raccontato dai due fidanzatini, entrambi in carcere per l’omicidio, la sparatoria sia stata una conseguenza di una discussione poi degenerata, oppure se i due ragazzi siano entrati nell’appartamento dei Giacconi con il preciso intento di ucciderli. Per questo possono essere importanti anche i tabulati telefonici, che sono già a disposizione dei carabinieri del Reparto operativo di Ancona.

Per definire i tempi dell’azione, una telefonata sembra particolarmente significativa: l’ultima fatta da Roberta Pierini alla figlia. Poco dopo le 13, infatti, la donna ha chiamato la 16enne per sapere come mai non fosse ancora tornata da scuola e la ragazzina ha risposto mentre, insieme al fidanzato, stava salendo le scale per entrare nell’appartamento. Qualche istante dopo la telefonata sarebbe cominciato il faccia a faccia tra i due ragazzi e i genitori di lei, terminata poi con l’esplosione dei colpi di pistola. Anche per l’epilogo sanguinario gli inquirenti possono trovare punti di riferimento nei tabulati telefonici: la sparatoria era ancora in corso quando i vicini hanno cominciato a chiamare i soccorsi.