«Capriolo investito da un’auto, è stato lasciato morire»

Ripatransone: Isa Giannetti ha provato a soccorrerlo, senza successo

Cerbiatto morto (foto d’archivio)

Cerbiatto morto (foto d’archivio)

Ripatransone, 19 luglio 2016 - Un brutto episodio, quello avvenuto domenica pomeriggio a Ripatransone, quando un cerbiatto è stato lasciato morire lungo la strada che sale dalla Valtesino, nella contrada San Rustico.

L’animale è stato centrato in pieno da un’automobile, che poi è fuggita. A soccorrerlo ci ha provato un’altra automobilista, Isa Giannetti, che però non è riuscita a salvargli la vita, a causa dell’intervento tutt’altro che tempestivo da parte dei veterinari dell’Asur e degli enti preposti. E’ stata proprio la signora Isa, ieri mattina, a raccontare questa triste storia.

«Stavo tornando a casa, domenica, verso le 17, dopo essere stata al mare – ha spiegato Isa Giannetti -. Ad un certo punto, sul ciglio della strada ho notato questo cerbiatto accovacciato che perdeva sangue ed era sofferente. Stava lì, quasi inerme e a bocca aperta, che respirava a fatica. Dietro di me c’era un’altra auto con a bordo una coppia di tedeschi e anche loro si sono fermati. Abbiamo telefonato alle guardie forestali, ma non rispondeva nessuno. Allora, ho pensato di chiamare il 112, che mi ha fornito il numero verde proprio del corpo forestale. Mi hanno risposto dal comando di Ancona, dicendomi che non avrebbero potuto fare niente, visto che la cura degli animali selvatici in difficoltà non spetta più a loro, in base alle leggi entrate ultimamente in vigore. A quel punto, tramite il 118, ho cercato di parlare con il veterinario di turno dell’Asur – ha proseguito – ma neanche in questo caso sono riuscita a convincerli ad intervenire. Solamente dopo due ore, intorno alle 19, ho avuto modo di parlare con una dottoressa, che però mi ha riferito di non poter fare nulla, non avendo a disposizione gli strumenti adatti. La polizia provinciale, invece, mi ha chiesto di caricare nella mia macchina il capriolo e portarglielo in sede. Francamente, non mi sembrava la scelta migliore da fare. Un povero animale selvatico che sta morendo non può essere trattato in questo modo. Sono rimasta davvero senza parole per quanto accaduto, anche perché poco dopo il cerbiatto è morto e io sono rimasta lì, impotente, senza essere riuscita a salvargli la vita. Il veterinario dell’Asur è arrivato dopo oltre due ore, quando l’animale era ormai deceduto. Ho deciso di raccontarvi questa storia per far capire a tutti come vengono trattati gli animali sul nostro territorio».

Non è la prima volta, in realtà, che un piccolo cerbiatto viene lasciato morire. Una situazione analoga, infatti, si verificò nei primi giorni di giugno, quando due ragazzi trovarono un altro capriolo sofferente a Porta Romana, ad Ascoli, ed anche in quel caso nessuno riuscì ad intervenire in tempo.

Matteo Porfiri