Franco Giorgi, da ostaggio a detenuto. Il mistero libico

Il 73enne sarebbe trattenuto da an’autorità ‘legale’ del Paese

Franco Giorgi ora è detenuto in Libia (Foto d'archivio Reuters)

Franco Giorgi ora è detenuto in Libia (Foto d'archivio Reuters)

Ascoli, 23 ottobre 2016 - Che fine ha fatto Franco Giorgi? L’ascolano è sparito un anno e mezzo fa in Libia e da agosto scorso è destinatario di un ordine di cattura a seguito delle indagini della Procura di Ascoli nell’ambito di un’inchiesta per l’ipotesi di reato di intermediazione nel traffico internazionale di armi e materiali d’armamento.

Pur in assenza di notizie ufficiali di una qualche autorità libica, la magistratura ascolana ha fondati motivi per ritenere che il 73enne ascolano sia attualmente detenuto in Libia o comunque trattenuto da un’autorità «legale» del posto, anche se parlare di legalità in Libia in questo momento non è facile vista la caotica situazione politica interna. In ogni caso Giorgi non è più oggetto di un rapimento messo in atto da un’organizzazione che lo ha trattenuto a lungo in Libia contro la sua volontà perché lo accusava di non aver fornito armi nonostante fosse stato pagato. E’ nell’ambito di questa vicenda che l’ascolano sarebbe detenuto.

Non è chiaro, però, se lo è a seguito dell’inchiesta del procuratore capo di Ascoli Michele Renzo e del sostituto Umberto Monti che hanno coordinato il lavoro investigativo dei carabinieri del Ros di Ancona. Non è infatti da escludere che invece sia trattenuto su iniziativa della stessa autorità libica, sempre per fatti legati al traffico d’armi su cui indaga la giustizia italiana. L’inchiesta della Procura di Ascoli è partita proprio dalla sparizione di Giorgi denunciata dai familiari un anno e mezzo fa circa. L’ascolano per un lungo periodo sarebbe stato trattenuto in Libia da una non meglio specificata organizzazione per aver avuto un anticipo in denaro su una fornitura di armi mai arrivata a destinazione.

Le indagini, coordinate dalla magistratura ascolana, sono state portate avanti dai carabinieri del Ros di Ancona in collaborazione con la polizia slovena e con quella di Londra col coinvolgimento di altri soggetti ritenuti participi del traffico d’armi. Oltre a Franco Giorgi destinatari delle ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip di Ascoli Giuliana Filippello sono l’egiziano Gamal Saad Rezkalla Botros, i libici Ibrahim Khalifa Alarbi El Tumi e Mohamed Khalifi Alarbi El Tumi, indagati per traffico internazionale di armi in concorso.

Dei quattro solo Botros si trova in Italia ad Ancarano ed è stato tratto in arresto a fine agosto. Nei giorni scorsi Botros, attualmente ai domiciliari, è stato interrogato dal pm Monti e dai carabinieri del Ros negli uffici della Procura di Ascoli. Ha riferito di non essere a conoscenza del fatto che Giorgi non aveva le autorizzazioni necessarie per trafficare in armi e di essere stato due volte con lui in Libia per prendere soldi dagli acquirenti delle armi. Al fascicolo dell’inchiesta ci sono diverse foto fatte col suo telefonino e in una si vede Giorgi che spara con un’arma a mo’ di prova insieme ad un soggetto libico che – secondo Botros – sarebbe un terzo fratello El Tumi, al momento estraneo all’inchiesta.