Ponte crollato in A14, grande folla e commozione ai funerali / FOTO

Tante persone all’addio dei coniugi Emidio Diomede e di sua moglie Antonella Viviani

Il funerale dei coniugi morti per il ponte crollato sull’A14 (foto Ansa)

Il funerale dei coniugi morti per il ponte crollato sull’A14 (foto Ansa)

Spinetoli (Ascoli Piceno), 12 marzo 2017 - La chiesa parrocchiale di San Paolo, di Pagliare, era gremita, al punto che non ha potuto contenere tutte le persone che volevano partecipare, alla cerimonia funebre dei coniugi Emidio Diomede e sua moglie Antonella Viviani, 60 anni lui, 54 lei, morti a seguito del crollo del cavalcavia, lungo la A14, tra il casello di Loreto e quello di Ancona sud.

Una folla commossa ha sostenuto i figli Daniele e Daniela. C’erano i parenti, gli amici, i dipendenti della loro azienda. Le due bare in legno chiaro, affiancate, erano ricoperte da gerbere rosse e calle bianche. A celebrare la messa è stato il vescovo di Ascoli, monsignor Giovanni D’Ercole accompagnato da altri sacerdoti tra cui, don Basilio Marchei. Nella sua predica il vescovo ha usato parole di speranza nei confronti della famiglia, ha ricordato la preziosa opera dei due coniugi, in campi diversi, svolta a favore della comunità. Inoltre ha ricordato di mantenere viva la luce della speranza che deve guidare l’uomo anche oltre la morte.

Erano presenti diversi amministratori di paesi vicini, molte famiglie storiche di Spinetoi. Infine il vescovo ha invitato i figli a salire sull’altare ad aspergere l’acqua: «Vostro papà e vostra madre - ha detto - erano persone stimate, benemeriti anche per il lavoro svolto e che hanno dato, non pensavano mai questa disgrazia. Un momento questo per capire una verità che è fondamentale nella nostra vita, noi viviamo come se non dovessimo morire mai, pensando che è un incidente di percorso. Nel Piceno, nelle Marche, in questo Centro Italia abbiamo sofferto situazioni difficili. Sappiamo che la morte bussa, arriva all’improvviso, il pianto sembra l’unica risposta. Invece no, bisogno avere speranza, non perdere la fede in Dio». All’uscita della chiesa le due bare sono state salutate da uno scrosciante applauso.