Violenza sessuale sulle soldatesse, condannato militare

L'istruttore è accusato di aver sottoposto a umiliazioni, vessazioni fisiche e verbali le sue allieve. Le avrebbe colpite anche con una bacchetta chiamata la ‘picchiallieva’

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

Ascoli, 20 novembre 2014 - Dieci mesi di reclusione (pena sospesa). Questa la condanna emessa dal giudice delle udienze preliminari del tribunale di Ascoli Rita De Angelis a carico di un ex istruttore del 235/o Reggimento di addestramento volontari Piceno accusato di abuso d’ufficio continuato, violenza sessuale aggravata.

Il militare è stato processato con rito abbreviato. La sentenza ha accolto le richieste del pm Cinzia Piccioni che aveva chiesto la derubricazione del reato di violenza sessuale in violenza privata. Secondo l’impianto accusatorio della Procura di Ascoli, il militare avrebbe abusato dei poteri derivanti dal ruolo di istruttore costringendo le soldatesse in ferma prefissata a subire atti sessuali.

Una giovane allieva campana sarebbe stata costretta a mimare un rapporto sessuale orale con un lupo di peluche. A un’altra, siciliana, infortunata a una mano, l’istruttore avrebbe fatto pesanti allusioni a sfondo sessuale. Il caporal maggiore doveva rispondere anche di frasi pesanti rivolte alle sue allieve durante l’addestramento con umiliazioni, vessazioni fisiche e verbali, anche a sfondo sessuale.

Le avrebbe colpite durante l’addestramento con calci, pugni, pizzicotti, schiaffi dietro la nuca, anche utilizzando una bacchetta di plastica denominata la ‘picchiallieva’. Erano state le stesse soldatesse a denunciarlo.