Pranzi contestati, bufera sull’Apt

Si dimette il capo ufficio stampa. Movimento Cinque Stelle: «Via tutti. Noi andiamo in Procura»

Fabio Grassi, capo ufficio stampa Apt dimissionario (Ravaglia)

Fabio Grassi, capo ufficio stampa Apt dimissionario (Ravaglia)

Bologna, 10 agosto 2016 - Bufera sull’Apt, l’azienda di promozione turistica, emanazione della Regione Emilia Romagna. Il caso delle cene e dei soggiorni pagati ai giornalisti miete la prima vittima e nel frattempo il Movimento Cinque Stelle annuncia un esposto in procura.

Si è dimesso ieri il capo ufficio stampa, Fabio Grassi, contro il quale si era levata la testimonianza di una giornalista del Corriere di Bologna il cui nome sarebbe stato usato per ‘coprire’ due differenti rimborsi. In sostanza, il nome della giornalista è stato inserito nella richiesta di rimborso per due cena che Grassi avrebbe in realtà consumato con Dario e Jacopo Fo e con l’editore Roberto Mugavero di Minerva edizioni. Mugavero ha a sua volta smentito la circostanza: «Mai stato a quelle due cene. Ero da tutt’altra parte per altri impegni lavorativi (dimostrabile).Il libro sul padre di Fabio Grassi, Primo, l’ho voluto io e me lo sono pagato da solo. L’ho editato perché mi era parsa una bella storia di territorio e assolutamente meritevole di essere raccontata e ne vado fiero, come tutti i titoli che edito. Fabio Grassi è stato ovviamente lieto che qualcuno volesse editare la storia di suo padre».

Nell’edizione di ieri del Corriere di Bologna, la giornalista ha raccontato che poi Fabio Grassi le avrebbe chiesto di ‘coprirlo’ per questa cena fasulla, cosa che lei non ha fatto raccontando la vicenda sul giornale. Il caso Atp scoppiò già a fine luglio, con il Movimento Cinque Stelle che criticò un uso disinvoltò da parte dell’Apt di soldi pubblici per pagare viaggi, cene e relax ai giornalisti di mezzo mondo, per centinaia di migliaia di euro all’anno. Questa nuova puntata ha fatto cadere la prima testa. Ha pagato Fabio Grassi, accusato di farsi rimborsare pranzi con altre personalità che altrimenti non sarebbero stati coperti da Apt. Anche alcuni giornalisti de Il Resto del Carlino sono stati inseriti, a loro insaputa, nei rimborsi di Grassi. Compare anche il nome di un collega che non lavora più per il Carlino. Già ieri mattina l’assessore Corsini era stato chiaro: «Se vero, è un fatto gravissimo». La presidente di Apt Servizi Liviana Zanetti: «Ho accettato le sue dimissioni e siamo al lavoro per verificare se quanto è stato detto risponda a verità. Sono notizie che arrecano grave pregiudizio all’immagine dell’azienda».

La consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle, Raffaella Sensoli, affila le armi: ««Presenteremo un esposto nei prossimi giorni alla Procura della Repubblica, anche se crediamo che ci siano già tutti gli elementi perchè la magistratura si muova da sola. Le ipotesi di reato che si prefigurano vanno dalla truffa alla tentata corruzione. Si confermano i nostri sospetti e cioè che parte dei fondi per la promozione del turismo in Emilia Romagna venisse utilizzata in modo del tutto anomalo. La Regione deve azzerare tutti i vertici dell’Apt».

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