Occupazioni, blitz in via Solferino: momenti di tensione per lo sgombero

Forze dell’ordine alle prese con una quindicina di attivisti di Làbas. Dentro lo stabile una trentina di persone, tra cui cinque minorenni. Poi la Frascaroli ha incontrato i collettivi: "Dispiaciuta quanto voi" VIDEO La protesta - Faccia a faccia tra l'attivista e la Frascaroli FOTO Il parapiglia

Sgombero a Bologna, tensione in via Solferino

Sgombero a Bologna, tensione in via Solferino

Bologna, 15 ottobre 2015 - Momenti di tensione in via Solferino, dove alle 7 polizia e carabinieri hanno fatto irruzione in un vecchio condominio occupato di proprietà dell’Istituto Cavazza per sgomberarlo. Le forze dell’ordine hanno chiesto ai presenti di lasciare lo stabile, ma si sono imbattuti nella protesta di una quindicina di attivisti di Làbas (video).

“Dovete andare via”, hanno intimato gli agenti, scatenando le urla dei militanti del centro sociale. Così, hanno provato a farli spostare oltre lo sbarramento dei carabinieri. Ne è nato un parapiglia (foto) con tre antagonisti particolarmente agitati. Nel palazzo occupato vivono anche alcune famiglie con bambini piccoli, una di otto mesi. In tutto, all'interno dell'edificio c'erano una trentina di persone, tra cui cinque minorenni. Durante l'operazione gli attivisti di Làbas hanno annunciato l'intenzione di andare in Comune alle 10 per parlare con l'assessore Frascaroli. E così hanno fatto.

Ma lo scalone dei cavalli era presidiato a Palazzo d'Accursio, sede del Comune, per impedire l'accesso agli attivisti. Una quarantina di manifestanti si sono radunati nel cortile del Comune, ma un cordone di carabinieri e vigili urbani schierato all'imbocco dello scalone ha sbarrato loro l'ingresso (filtrando il passaggio di chiunque abbia intenzione di entrare a Palazzo, turisti compresi). Qualcuno ha provato a salire, c'è stato qualche battibecco con gli agenti ma senza momenti di tensione. Dal Comune, intanto, si precisa che l'amministrazione non era stata avvisata dello sgombero e anche per questo gli assistenti sociali, come riferiscono i collettivi, non erano presenti già nelle prime fasi dell'intervento.

"Dimissioni, dimissioni". E' finito così il faccia a faccia improvvisato tra i collettivi e l'assessore al Welfare del Comune di Bologna, Amelia Frascaroli (VIDEO). Ai manifestanti è stato impedito l'accesso al Palazzo e Frascaroli, dopo una trattativa mediata dallo staff del sindaco Virginio Merola, si è presentata nel cortile per confrontarsi con i collettivi. L'assessore si è detta "dispiaciuta quanto voi" per lo sgombero di stamattina, ha ribadito gli sforzi compiuti dal Comune per l'emergenza abitativa e, come già fatto in passato, ha anche speso qualche parola positiva per il ruolo sociale che possono avere le occupazioni. Tanto non basta ad evitare la contestazione. Prima con toni pacati i portavoce della protesta hanno invitato l'attuale Giunta a "farsi da parte", poi nel botta e risposta con l'assessore sono partiti anche i cori: "Dimissioni" e "a casa". Scena che si è ripetuta anche quando Frascaroli, a confronto concluso, si è allontanata per tornare in Comune.

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