Strage di Centinarola, il killer sepolto vicino ai parenti delle vittime. "Inaccettabile"

Fernando Pucci morto nel 2014, massacrò nel 1992 Rosa Eusebi, il marito e i due figli di 26 e 24 anni. La nipote della vittima: "Così impossibile scordare"

La tomba di Fernando Pucci che si trova vicino a quella dei parenti delle sue vittime

La tomba di Fernando Pucci che si trova vicino a quella dei parenti delle sue vittime

Fano (Pesaro Urbino), 16 febbraio 2018 - "Non sono contenta di trovarmi di fronte alla tomba di Fernando Pucci, quando vado a trovare i miei parenti, perché il ricordo della tragedia è sempre vivo". E’ quanto dice Mirella Eusebi, nipote di Rosa, massacrata da Pucci a colpi di pistola, insieme al marito e ai due figli, nel dicembre del 1992. La donna, pur ritenendo che l’assassino meriti comunque compassione e il diritto a una degna sepoltura, non può fare a meno di ricordare quella tragedia di 25 anni fa, che le viene in mente quando, al cimitero centrale, si imbatte nella sepoltura del carnefice dei suoi parenti, morto nel 2014 dopo una lunga detenzione e il ricovero in un ospedale psichiatrico giudiziario: tomba poco distante da quella dei suoi nonni. "Non chiedo lo spostamento della tomba – chiarisce –perché capisco che un posto nel camposanto deve pur averlo, ma è ovvio che la presenza di Pucci desti ancora oggi impressione, anche da parte di chiunque ricordi quella strage".

Rosa Eusebi 48 anni all’epoca dei fatti, fu massacrata in casa sua, nella frazione di Centinarola, la notte del 7 dicembre del ’92, assieme al marito, Fernando Diotallevi, 54, e ai due figli, Ivana, 26, e Adolfo, 24. Il misfatto, che ebbe una forte risonanza anche a livello nazionale, sconvolse la tranquilla comunità fanese, facendo ipotizzare in un primo momento che l’assassino fosse arrivato dalla vicina autostrada, per un misterioso regolamento di conti, anche se appariva molto improbabile che la rispettabile famiglia di lavoratori avesse a che fare con ambienti della criminalità. Infatti ben presto gli investigatori chiusero il cerchio in tutt’altra direzione, risalendo a un vicino di casa delle vittime. Si trattava appunto di Fernando Pucci, geometra fanese di 48 anni, ex guardia zoofila e per questo in possesso di una pistola Beretta calibro 7,65 bifilare, modello 81, regolarmente detenuta, che usò per compiere la strage.

L’uomo, che da tempo era in cura per problemi psichici, non aveva dato in precedenza alcun segno evidente di squilibrio, anche se dopo aver subito un’aggressione in Arabia, dove aveva lavorato per un’azienda chimica, mostrava qualche atteggiamento preoccupante di instabilità. Il movente, forse legato al fatto che il geometra si era invaghito proprio di Rosa Eusebi, rimane ancora oggi un mistero e non è stato risolto, lasciando in chi ha perso i suoi cari un profondo e ulteriore dolore. "Non saprei dire se all’epoca ci fosse stato qualche dissapore tra i mie familiari e Pucci – aggiunge Mirella Eusebi – ma devo dire che i terribili fatti di cronaca odierni dimostrano che non è cambiato molto da allora: la follia omicida è ancora la causa di tanti drammi".

La famiglia Diotallevi riposa al cimitero di Ferretto San Cesareo, sulle colline sopra Cuccurano, dove prima di Natale è stato lasciato un bigliettino per Ivana che, prima di essere ammazzata nel fiore degli anni e senza un perché, aveva già fissato la data delle nozze. Le sue compagne della scuola magistrale scrivono: "Nessuno muore sulla terra, se vive nel ricordo di chi resta".