Si impicca in casa per amore, i carabinieri lo salvano

Un 50enne di Fossombrone dopo la fine di una relazione durata 5 anni. Ora è ricoverato in psichiatria

Carabinieri (foto Petrelli)

Carabinieri (foto Petrelli)

Fossombrone (Pesaro e Urbino) 4 maggio 2016 - Voleva farla finita per amore, per la seconda volta. I Carabinieri gli salvano la vita in extremis. Tutto parte da una telefonata al 118... L’interlocutore con voce fioca farfuglia dell’esistenza di un impiccato a Fossombrone. Il personale sanitario interviene ma non riesce a verificare la comunicazione a causa dalle poche indicazioni ricevute. Sebbene potesse sembrare un falso allarme, la segnalazione viene girata dal personale 118 alla centrale operativa dei Carabinieri di Fano. L’operatore cerca di approfondire i pochi elementi e contemporaneamente allerta una pattuglia della locale stazione.

I militari, ricevuta la segnalazione, ricordano di una giovane donna che recentemente si era recata in caserma lamentando molestie da parte del suo ex. Aveva raccontato di aver conosciuto un uomo molto più grande di lei con il quale aveva convissuto per più di 5 anni ma la relazione si era interrotta a causa dei continui tradimenti di lui. L’uomo, non rassegnato, aveva iniziato a tempestare la donna di telefonate, messaggi e post nei social network dal contenuto delirante. L’uomo, inoltre, era già conosciuto dai carabinieri in quanto, dopo essersi separato dalla prima moglie, anche in quel caso per i continui tradimenti di lui, prima aveva molestato telefonicamente la ex e poi aveva tentato il suicidio impiccandosi con la cintura dell’accappatoio.

Messe insieme le informazioni i carabinieri hanno voluto verificare se l’intuizione potesse essere plausibile. Sono corsi verso la casa dell’uomo e, nonostante la via avesse una nuova numerazione che impediva l’immediata identificazione del civico corretto, dopo aver bussato a varie abitazioni, finalmente individuano la casa giusta. Al campanello non risponde nessuno, la porta è sbarrata ma i militari decidono comunque di aprirla a spallate. Giunti all’interno, i militari, nella penombra, trovano nella camera da letto una persona a penzoloni che rantolava con il collo stretto dalla cintura di un accappatoio fissata all’ultimo piolo di una scala in metallo appoggiata alla parete.

Immediatamente un militare lo solleva di peso dai fianchi mentre l’altro, salito sulla scala, scioglie il nodo dal collo dell’uomo. Una volta liberato, non cosciente, viene adagiato a terra ed effettuato un massaggio cardiaco nel tentativo di rianimarlo. Dopo poco giunge anche il personale sanitario che prosegue il massaggio cardiaco finché non riprende a respirare. Dopo le prime cure viene trasportato presso il pronto soccorso dell’ospedale di Urbino per poi essere ricoverato al reparto di psichiatria all’ospedale di Fano. Per i militari resta la soddisfazione e la gioia di aver salvato la vita ad una persona, emozione che nessuna brillante operazione di servizio potrà mai dare.