Alfredo Lungarini ritorna in possesso della sua villa: è stata dissequestrata

Accolta la tesi difensiva dell’imprenditore accusato di corruzione nell’ambito dell’inchiesta sulla ‘cricca’

Fano (Pesaro e Urbino), l’imprenditore Alfredo Lungarini

Fano (Pesaro e Urbino), l’imprenditore Alfredo Lungarini

Fano (Pesaro e Urbino), 16 luglio 2014 - Gli avevano sequestrato la villa da un circa un milione di euro. In caso di condanna sarebbe stata confiscata e venduta all’asta. Alfredo Lungarini, imprenditore fanese, accusato di corruzione nell’ambito dell’inchiesta sulla cricca Balducci-Anemone-Bertolaso, tira un sospiro di sollievo.

La Cassazione ha dissequestrato il prezioso immobile di via Aporti a Fano accogliendo la tesi difensiva che parlava di mancanza di qualunque prova che indicasse in Alfredo Lungarini un corruttore per ottenere appalti. Il suo avvocato difensore Bruno Aiudi spiega: «Il mio assistito è uscito sei anni fa dalla società Lungarini. Da allora, non si è più occupato delle vicende della sua ex impresa. Con i soggetti coinvolti nell’indagine penale, egli non ha mai avuto rapporti. E questo sia sul piano personale, che per conto della società del gruppo Lungarini».

L’indagine della procura di Roma parte dall’accusa che un gruppo di imprenditori corrompeva per vincere appalti. E’ questo l’atto di accusa che ha portato al sequestro di 27 immobili e conti correnti per un valore di oltre 4 milioni di euro.