Terremoto, crepe sui capolavori di Diomedi a Norcia

L’artista di Casette d’Ete: "Dovrò ridipingere tutto" SPECIALE: FOTO E VIDEO - IL CONTO CORRENTE PER AIUTARE LE VITTIME

Diomedi al lavoro nel monastero benedettino, il terremoto ha danneggiato i suoi lavori

Diomedi al lavoro nel monastero benedettino, il terremoto ha danneggiato i suoi lavori

Sant'Elpidio a Mare (Fermo), 29 agosto 2016 -  «Le crepe sono tante, ma proprio tante, sia superficiali sia più consistenti e anche se il refettorio rappresenta una piccola parte del monastero dei benedettini di Norcia, dovrò rimettere mano a parte del lavoro che ho già fatto nel dipingere le pareti»: l’iconografo Fabrizio Diomedi, ora rientrato a Casette d’Ete, aveva appena terminato di dipingere un’altra scena del refettorio, l’Adorazione dell’Angello mistico (sopra la porta), quando il terremoto ha scosso violentemente il Santuario, provocando lesioni nella basilica e negli altri spazi del monastero, ora inagibile. 

«E’ stata una frustrazione vedere, dopo neanche un mese che l’avevo terminato, quel dipinto squarciato trasversalmente proprio nella parte centrale» dice Diomedi che sta lavorando, da mesi, su incarico dei monaci, alla decorazione dell’enorme salone (17 x 6 metri, altro 4 metri con volte a crociera) del monastero. C’è un legame tra Casette d’Ete e il Santuario di Norcia: Diomedi è il loro iconografo di fiducia cui hanno affidato la decorazione del refettorio e, lo scorso anno, i benedettini hanno celebrato una Messa solenne in latino e con canti gregoriani nella Basilica Imperiale di Santa Croce al Chienti.

Logico che, all’indomani di un terremoto così devastante, il pensiero dei residenti sia corso anche a Norcia, città già colpita da un sisma alla fine degli anni ’90 e poi ricostruita. «Ci sono almeno cinque crepe grosse sulle scene principali, per il resto sono danni marginali – aggiunge Diomedi -, ci vorrà più tempo per intervenire sui punti compromessi che si trovano in mezzo alle scene. L’ipotesi era di terminare il lavoro per Pasqua ma ora suppongo ci vorrà un altro anno ancora». 

In questi giorni, avrebbe dovuto cominciare un’altra scena, le nozze di Cana «ma anche la parete su cui avrei dovuto lavorare è stata lesionata per cui dovrò rimetterci mano per sistemare l’intonaco». Diomedi si trovava a Norcia nella notte del sisma: abita in una casa in pieno centro storico che non è stata lesionata. E’ corso al santuario per verificare come stavano i monaci e se ci fossero stati danni. E danni ce n’erano tanto che, ad oggi, sono agibili solo il birrificio (producono la birra Nursia) e il negozio che sono un mezzo di sostentamento e raccolta fondi. I benedettini hanno trovato accoglienza temporanea altrove. 

«Quando siamo entrati in basilica, ho visto le condizioni in cui si trovava e l’evidente rischio di ulteriori crolli di intonaci e stucchi. Molto danneggiata anche la statua di San Benedetto. Durante il sopralluogo ho visto crepe ovunque. La frustrazione loro e mia è davvero grande. I monaci hanno speso e investito per rimettere a posto il monastero, renderlo un luogo vivibile e piacevole. In un attimo, il lavoro di tanti anni è stato vanificato». «Vi chiediamo di aiutarci pregando per noi - scrivono i monaci sui social –. Abbiamo bisogno del vostro aiuto come sempre, ma ora più che mai, per iniziare il progetto di ricostruzione».