Rubava le elemosine al cimitero, dipendente comunale rinviato a giudizio

L’accusa è di peculato, il processo fissato fra un anno

I carabinieri davanti a un cimitero

I carabinieri davanti a un cimitero

Porto San Giorgio (Fermo), 23 settembre 2014 - Rinviato a giudizio il dipendente comunale accusato di appropriarsi delle elemosine nel cimitero di Porto San Giorgio. La decisione è stata presa dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Fermo, Sebastiano Lelio Amato, il quale ha anche fissato all'8 ottobre dell'anno prossimo la data di svolgimento del processo per il giudizio. Il dipendente, per il quale sembra sia stato avviato dal Comune pure un procedimento di natura disciplinare, deve rispondere del reato di cui all'articolo 314 del codice penale, cioè peculato. Ma, al di là di questo, a creare sconcerto è l'odiosità del fatto in sé, compiuto senza il benché minimo rispetto per il luogo e le persone che elargivano l'offerta. Presumibilmente senza cospicui bottini, anche se il reato reiterato potrebbe averli garantiti di una certa entità. Pare infatti che l'imputato fosse solito svuotare la cassettina sita nella cappellina del cimitero con le oblazioni dei fedeli per l'accensione delle lampade votive.

Persone offese il Comune e il parroco della chiesa del Gesù Redentore, a cui è affidata la gestione e cura della cappellina. Lo stesso parroco si sarebbe rivolto al dirigente comunale del settore facendo presente che mancavano le offerte e avanzando forse qualche sospetto e il dirigente avrebbe provveduto ad inoltrare un esposto all'autorità giudiziaria. Il dipendente è difeso dall'avvocato Andrea Agostini. La Giunta municipale con atto 130 del 29 luglio, ha deliberato di costituirsi in giudizio: “La gravità del reato e dei fatti contestati – si legge nella deliberazione – impone all'Amministrazione comunale di costituirsi parte civile al fine di richiedere ed ottenere il risarcimento di tutti i danni patrimoniali e non patrimoniali, ivi compresi quelli dell'immagine, eziologicamente riconducibili alla condotta illecita attribuita all'imputato”. La difesa del Comune è stata affidata all'avvocato Michelangelo Giugni. In sede udienza preliminare il legale dell'imputato si è opposto alla costituzione del Comune, ma il giudice l'ha ammessa.