Tre ministri in città per l’accordo sugli immobili: nasce il ‘modello Ferrara’

Pinott, Giannini e Franceschini per il piano i cui obiettivi sono riqualificare importanti aree urbane e migliorare i servizi e la qualità della vita della comunità locale

La firma dell’accordo con i ministri (foto Businesspress)

La firma dell’accordo con i ministri (foto Businesspress)

Ferrara, 12 ottobre 2015 - È stato firmato questa mattina l’accordo volto alla valorizzazione e razionalizzazione del patrimonio immobiliare pubblico di pregio nel centro storico della città di Ferrara. L’obiettivo del piano è riqualificare importanti aree urbane e di migliorare i servizi e la qualità della vita della comunità locale. L’accordo è stato sottoscritto dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti, dal ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, dal ministro alla Cultura, Dario Franceschini, dal sottosegretario dell’Interno Giampiero Bocci, dal presidente della regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, dal sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani, dal direttore dell’Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi e dal direttore dell’Agenzia del demanio, Roberto Reggi. Con questo piano tutte le parti si impegnano a collaborare e ad avviare, in tempi brevi, un articolato programma di valorizzazione di 13 beni di proprietà pubblica. L’accordo prevede l’istituzione di un tavolo di lavoro, composto da rappresentanti di tutti i soggetti coinvolti, per promuovere e dare attuazione agli obiettivi di valorizzazione e razionalizzazione, in coerenza con gli indirizzi di sviluppo urbano e territoriale previsti per la città.

L’accordo di questa mattina, che nasce sotto il nome di ‘Attuazione del programma di valorizzazione sostenibile delle aree e degli immobili pubblici di eccellenza della città di Ferrara’ coinvolge 13 immobili di proprietà pubblica nella zona della città tutelata dall’Unesco. Si tratta di Palazzo Furiani, caserma Bevilacqua, una porzione dell’aeroporto militare, una dell’area ex Mof, la caserma Caneva, la cella del Tasso e l’auditorium del conservatorio Frescobaldi, il Teatro Verdi, l’ex convento di San Benedetto, il museo nazionale dell’Ebraismo e della Shoah Meis, palazzo ex Casa del fascio, l’area stazione ferroviaria e grattacieli, il poligono di tiro a segno e l’area Pratolungo. Gli interventi che partono sono differenti e variegati, come spiega Franceschini, “e i soldi in alcuni casi servono, in altri no. È come un puzzle che costruisce uno strumento importante per non perdere tempo nelle complicazioni della burocrazia”. Nel caso dell’ex Aeroporto, per esempio, l’Agenzia del demanio lo riprende dal ministero della Difesa, la caserma Caneva andrà ad agenzia e Comune per farne un contenitore culturale e di accoglienza. L’ex convento di San Benedetto passerà nelle mani dell’Agenzia delle entrate, che ne promuoverà il restauro per poi insediarvisi lasciando la sede di via monsignor Maverna, per cui ora paga l’affitto e anche la ex Casa del fascio che sarà a disposizione di altre amministrazioni. Quanto alla cella del Tasso e l’auditorium, che sono chiusi da un quarantennio, saranno risistemati e riaperti al pubblico per farne un percorso culturale. In questo ultimo caso, “ce ne faremo carico noi- spiega il ministro dell’Istruzione- per il restauro dell’auditorium. Abbiamo un fondo che ci permette di fare delle scelte e in questo contesto ne vale la pena e l’operazione sarà conclusa pochi mesi dopo la presentazione del progetto”.

Saranno liberati anche palazzo Furiani e la caserma Bevilacqua, attualmente occupati da uffici della Polizia stradale e Questura e usati per la valorizzazione del polo culturale legato al Quadrivio rossettiano. Anche il poligono di tiro e l’area Pratolungo, che sono della Difesa, saranno destinati a servizi culturali o consegnati al Comune. “Sono tanti i beni del ministero che hanno fatto la storia delle forze armate- commenta il ministro Pinotti- ma, visto che sono inutilizzati non ha senso che li teniamo noi. Li lasciamo perché possano fare la storia della città”. Il ministro, tra l’altro, ricorda che sul tema dismissioni c’è una task force al lavoro su 500 immobili. Di questi “330 circa vanno a enti locali, 37 sono in vendita, 21 li usiamo per eliminare gli affitti passivi, 18 per affrontare l’emergenza profughi e 95 hanno altre destinazioni”.

A sottolineare la questione dell’eliminazione degli affitti passivi e’ anche il direttore dell’Agenzia del demanio, Roberto Reggi che ricorda quanto si spende oggi per questo a livello nazionale: circa 915 milioni. Alla firma c’è anche il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che allargherà a tutta l’area della stazione e dei grattacieli un lavoro di riqualificazione in accordo con il Comune. Per Franceschini, insomma, quello firmato stamane “non e’ solo un accordo metodologico ma contiene azioni concrete. Si tratta di ‘scambi’, di immobili ma anche di iniziative che fanno risparmiare gli affitti che le amministrazioni dello Stato stanno pagando”. Da qui la volontà di “estendere questo nuovo ‘modello Ferrara’ alle altre città d’Italia”.