Crac Coopcostruttori, tutti assolti. I soci: "Un disastro. Questa è l’Italia"

Nell’appello bis, niente accuse di bancarotta e falso in bilancio. Ricci Maccarini: "Non eravamo dei disonesti". Dopo 15 anni rimane solamente la condanna per la Spal

L’ex presidente Donigaglia assolto da ogni accusa

L’ex presidente Donigaglia assolto da ogni accusa

Ferrara, 15 gennaio 2017 - Tutti assolti per il crac Coopcostruttori. Un colpo di scena dopo 15 anni di battaglie (la prima notizia di reato risale al luglio 2003) arrivato alle 16.05 in punto dalla Corte d’Appello di Bologna in tre pagine di dispositivo. “Il fatto non costituisce reato”, questa la motivazione dell’assoluzione, per gli amministratori dell’ex colosso edile argentano, con l’allora presidente Giovanni Donigaglia e il suo vice Renzo Ricci Maccarini su tutti. Caduti i reati principali, dal falso in bilancio alla bancarotta documentale fino all’emissione fraudolenta di Apc.

«Un disastro – dice laconico Giovanni Bigoni, portavoce dei soci aderenti al Carspac 2 –, questo è il risultato della giustizia italiana. La Coopcostruttori è fallita per caso lasciando un buco di un miliardo. La morale, purtroppo, oggi è questa perché così va l’Italia».

Grande soddisfazione è stata espressa da Ricci Maccarini: «Dopo tutto questo tempo, finalmente è stato dimostrato che la Coop è fallita non perché dietro c’erano persone disoneste». Poi un grazie all’avvocato Lorenzo Valgimigli: «Se non avessi avuto lui al mio fianco, non saremmo mai arrivati a questo risultato». Unica consolazione per le parti civili dall’Appello bis, è stata la conferma di tutte quante le provvisionali.

Dopo 15 anni dal fallimento, l’unica condanna che resta, dunque, è la bancarotta legata alla Spal, come confermata già nel primo Appello. Proprio per questo, sono state ridotte le pene per Donigaglia (3 anni e 3 mesi), Ricci Maccarini (2 anni e 2 mesi), e per i sindaci Sante Baldini e Mauro Angelini (2 e 2). Motivazioni tra 90 giorni, poi la decisione della Procura generale se impugnare oppure no.