Ferrara, caccia a Igor il Russo. E' indagato per duplice omicidio

Il killer braccato nelle campagne. Recuperati i bossoli in via Mondonuovo. Il sangue davanti al bar è suo

Igor Vaclavic, detto Igor il russo

Igor Vaclavic, detto Igor il russo

Ferrara, 10 aprile 2017 - Igor Vaclavic, il Rambo dell’Est, da ieri sera è ufficialmente indagato sia per l’omicidio di Budrio (nel Bolognese) che per quello di Portomaggiore. La svolta è arrivata nella serata di ieri, dopo una giornata tesissima, di caccia all’uomo senza quartiere. A dare l’input al sostituto procuratore Ciro Alberto Savino e al collega felsineo Marco Forte sono stati alcuni importanti elementi a carico dell’inafferrabile e sanguinario latitante.

Primo tra tutti, il riconoscimento di Marco Ravaglia, agente di polizia provinciale scampato per miracolo alla mattanza del Mezzano. L’uomo, con un cenno della testa dal suo letto dell’ospedale Bufalini di Cesena (video), avrebbe infatti confermato l’identità dell’uomo che gli ha scaricato addosso tre colpi di pistola. Gli altri riscontri sono arrivati dalle indagini tecniche. Prima tra tutte, quella sulle tracce di sangue trovato all’esterno del bar di Budrio. 

Il gruppo sanguigno corrisponderebbe a quello riportato sulle cartelle cliniche di Vaclavic, acquisite dal carcere dell’Arginone. In secondo luogo, i carabinieri sono al lavoro sugli oggetti ritrovati nel Fiorino utilizzato da Igor per la fuga e abbandonato a Molinella. Un pacchetto di sigarette, una sciarpa, dei guanti, una giacca e una bicicletta. Elementi che potrebbero essere decisivi per portare a lui.

Il procuratore di Bologna: "State attenti, è pericoloso"

Da oggi, i militari del Ris inizieranno i loro accertamenti, finalizzati a recuperare materiale organico che potrebbe fornire finalmente la prova schiacciante del Dna. Due inchieste, si diceva, con accuse pesantissime, e tutte a carico di Igor il (presunto) russo. Una aperta a Bologna, l’altra a Ferrara. Ma con due nominativi diversi. In via Mentessi, nel fascicolo compare la dicitura ‘Igor Vaclavic’. Sotto le due torri invece, le carte parlano di Ezechiele Norberto Feher, altro nome col quale è conosciuto il latitante. Al momento, non è dato sapere se e quale dei due sia quello vero.

Nel frattempo, continuano le ricerche a cavallo delle due province. Il Ronzio delle pale degli elicotteri è la colonna sonora del secondo giorno di caccia all’uomo. Uno spiegamento di forze mai visto, sta cingendo d’assedio in un’area di circa 250 chilometri quadrati. I carabinieri dei comandi di Ferrara e Bologna allestiscono posti di blocco e servizi di pattuglia, mentre i militari del reparti speciali battono la zona.

Casolare dopo casolare, valle dopo valle. Nel Bolognese avrebbero trovato l’ultimo rifugio utilizzato dal latitante, con tracce evidenti del suo passaggio. Ieri è stata svolta una importante operazione e la perlustrazione è proseguita per tutta la notte. La zona perlustrata è sempre quella tra Molinella, Marmorta e l’Argentano (FOTO). La cautela è massima e le bocche sono cucite. Tra quelle paludi e quei boschi si nasconde ancora un uomo senza scrupoli, armato di due pistole, braccato come un animale e quindi ancora più pericoloso.

Il dolore del sindaco di Portomaggiore

Mentre nelle valli si combatte una battaglia di armi e nervi, proseguono gli accertamenti tecnici per cercare di dare un nome certo al responsabile. In via Mondonuovo, i carabinieri hanno recuperato quattro bossoli. Ora potrebbe essere disposta una perizia balistica. Uno scrupolo, per collegare la pistola che ha ucciso nel Mezzano a quella di Budrio. Sempre nella speranza che, prima delle risultanze scientifiche, ad incastrare il ricercato siano i carabinieri e i poliziotti che da giorni ormai gli tengono il fiato sul collo. 

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