Ferrara, incendio distrugge la Bofrost, danni per 2 milioni e mezzo

Carbonizzati dieci camion. Arpae: "Nessun pericolo per la salute"

Ferrara, un incendio devasta il capannone Bofrost in Diamantina (Foto Businesspress)

Ferrara, un incendio devasta il capannone Bofrost in Diamantina (Foto Businesspress)

Ferrara, 16 ottobre 2017 - Un boato spezza il silenzio della domenica mattina. È lo squillo di tromba che annuncia l’inizio dell’inferno. Fiamme alte e una nuvola di fumo nero che, per diversi interminabili minuti, copre la città e oscura il sole. In pochi attimi, il fuoco sbrana lo stabilimento della ‘Bofrost’ di via Sutter, nel cuore della zona della piccola e media impresa. La filiale della ditta che distribuisce prodotti alimentari surgelati di domenica è chiusa. Anche grazie a questa coincidenza, il rogo fa collassare il capannone senza provocare né feriti né intossicati. Tutto comincia alle 9.30 di ieri. Un botto scuote lo stabile di via Sutter. Subito dopo, iniziano a salire fiamme e fumo.

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L’allarme antincendio attiva subito i vigili del fuoco che, arrivati sul posto, si trovano davanti agli occhi una scena apocalittica. Iniziano a spegnere le fiamme, ma è una lotta ardua. Alla fine di tutto, rimangono carbonizzati dieci dei 28 furgoni frigo che si trovavano in azienda. I rimanenti diciotto si salvano esclusivamente perché parcheggiati nel piazzale esterno. Sul posto arrivano anche alcuni dipendenti (nella filiale di Cassana lavorano 33 persone, di cui 28 venditori e cinque tra responsabili e personale d’ufficio). Sono loro a salvare il salvabile, allontanando il più possibile i mezzi rimasti fuori dalla portata delle lingue di fuoco. 

I pompieri (sei squadre da tutta la provincia e da Bologna) lavorano a lungo per domare le fiamme. Dal capannone, letteralmente sciolto dalla furia del rogo, si alza una densa nube di fumo che sale verso l’alto e viene trasportata dal vento fin sopra la città. Per circa mezz’ora, su Ferrara cala la notte. Via Sutter viene chiusa su entrambi gli ingressi dalle pattuglie della polizia municipale. Sul luogo dell’incendio arrivano i carabinieri, la polizia di Stato e la protezione civile. Dipendenti e curiosi vengono allontanati. Non si sa ancora cosa stia bruciando e la paura, visto il tipo di attività, è che possa esserci dell’ammoniaca. Uno spauracchio che però viene allontanato dai primi rilievi dei tecnici di Arpae.

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"Le analisi rapide effettuate sul posto – conferma Pier Luigi Trentini, dirigente della sezione ferrarese dell’agenzia ambientale – non hanno rilevato ammoniaca. Ora dobbiamo attendere i risultati dei campionamenti, già inviati in laboratorio". Al momento non sembrerebbero esserci rischi per la salute. "Grazie all’alta pressione – conclude Trentini –, il fumo è andato verso l’alto senza creare particolari problemi». L’odore però è pungente e viene avvertito anche a chilometri di distanza. Domate le fiamme, i vigili del fuoco si mettono al lavoro per cercare di risalire alle cause del rogo, al momento ancora avvolte da una coltre di mistero. La struttura, completamente crollata, viene presidiata tutta la notte. È infatti fondamentale tenere sotto controllo i focolai che ancora covano tra le macerie. Mentre la coltre di fumo ‘sbiadisce’, anche dal Comune arrivano rassicurazioni sulle conseguenze del disastro. "Al momento – dichiara il sindaco Tiziano Tagliani – non ci sono stati segnalati pericoli per la salute". Nel frattempo, l’azienda inizia una prima e parziale conta dei danni: si parla di circa due milioni e mezzo, soltanto per struttura e mezzi. Cifra a cui si dovrà sommare la merce stoccata in magazzino, andata completamente distrutta.