Omicidio a Budrio, il vigilante: "Chi mi ha sparato è il killer"

Parla l'uomo vittima dell’agguato di Consandolo: "Mi ha rubato la pistola"

La Scientifica nel bar di Riccardina di Budrio (foto Schicchi)

La Scientifica nel bar di Riccardina di Budrio (foto Schicchi)

Ferrara, 3 aprile 2017 - Il killer di Davide Fabbri, il barista di Riccardina di Budrio freddato sabato sera (FOTO e VIDEO), potrebbe avere lo stesso volto dell’aggressore della guardia giurata Securpol di giovedì notte a Consandolo. «Sì, dal filmato che mi hanno mostrato in caserma mi sembrava proprio lui – spiega ancora con il cuore in gola proprio il vigilante del quale ometteremo ogni generalità –, poi ho visto il luccichio della pistola. La mia pistola, quella argentata che quel bandito mi ha rubato. E la mimetica, la statura, la corporatura robusta...».

Un passo indietro. Torniamo a giovedì notte e all’allarme scattato dalla piadineria di via Provinciale a Consandolo.

«Mi hanno contattato dalla centrale, sono arrivato sul posto alle 2.30. Sono sceso dall’auto e ho cominciato a controllare prima nel piazzale, poi nel locale. Porte e finestre. Era tutto in perfetto ordine».

Poi, invece...

«Ho girato l’angolo e non ho nemmeno fatto in tempo ad aprire la portiera della macchina che ho sentito un colpo di fucile che ha infranto il vetro e mi ha sfiorato. Subito dopo ho sentito una voce che mi diceva di stare fermo, di non muovermi. Aveva l’arma puntata verso la mia tempia».

L’ha visto in faccia?

«Inizialmente tra me e lui ci saranno stati 10 metri, era dall’altra parte della strada. L’ho visto con la coda dell’occhio mentre mi ha sparato».

Che cosa voleva da lei?

«La mia pistola, la Smith & Wesson. Lo sentivo avvicinarsi piano piano mentre ero in ginocchio, faccia a terra».

Continuava a parlarle?

«Sì, mi diceva continuamente: stai fermo, non muoverti. Butta la pistola a terra e non guardare».

Accento straniero?

«Sì, sicuramente dell’est Europa. Io non avevo il colpo in canna, avrei dovuto scarrellare l’arma ma lui aveva sempre contro di me il fucile e poteva spararmi da un momento all’altro. Poi era ormai arrivato a pochi centimetri da me».

E cosa è successo?

«In quel momento mi ha chiesto se ero ferito, mi ha detto che non appena lui era lontano, potevo chiamare l’ambulanza».

Quell’uomo era da solo?

«Sì, ma parlava al telefono. L’ho sentito».

Che cosa ha sentito, scusi?

«Parlava sicuramente con un’altra persona alla quale ad un certo punto ha detto: ho preso la pistola della vigilanza Securpol. Sì, l’ho presa».

Un complice?

«Non posso dirlo con certezza, ma presumo proprio di sì».

Una volta che si è impossessato dell’arma è sparito?

«Sì, è corso a piedi. Vedevo sempre con la coda dell’occhio, non potevo alzare la testa perché non sapevo quale sarebbe stata la sua reazione».

Veniamo alla rapina al bar Gallo di Riccardina di Budrio. Quando ha saputo della tragedia?

«Dal tg, questa mattina (ieri, ndr)».

E dalla descrizione del killer le è tornata alla mente quella persona di Consandolo...

«Ripeto, l’altezza, la corporatura, la mimetica che indossava. Ho pensato subito che la pistola usata poteva essere la mia, quella rubata. Poi il video che mi hanno mostrato».

Quando è stato sentito in caserma?

«Questa mattina (ieri, ndr) mi hanno convocato e mi hanno fatto vedere le immagini dell’interno del bar di Riccardina da un telefonino. Il killer sembrava proprio l’uomo che mi ha sparato. Non ho la certezza matematica, ma sembrava proprio lui. Ho riconosciuto la mia pistola cromata, quel suo luccichio. Ora spero lo arrestino presto perché quell’uomo è un pericolo pubblico».