Ferrara, violenta rapina in Gad. Il poliziotto. "Lì o scappiamo o spariamo"

L'operatore delle Volanti. "Spesso ci facciamo prendere in giro da loro per evitare guai peggiori. La lettera del sindaco? Sono allibito"

La polizia in azione

La polizia in azione

Ferrara, 22 agosto 2017 - «Quando intervieni su una rissa in Gad è come trovarsi a una roulette russa. Se le bottiglie rotte che brandiscono tra le mani le puntano contro di noi, o scappiamo o spariamo. E tante volte, per evitare guai ben peggiori, siamo costretti pure a farci prendere in giro da loro... Questo è il clima in cui dobbiamo lavorare ogni giorno». Storie di ordinaria follia che polizia e carabinieri (per non parlare di chi al ‘Giardino’ ci vive) subiscono quotidianamente. Uno di questi è David Marinai, operatore delle Volanti e segretario provinciale dell’Ugl polizia. Che parla dell'ennesima rapina consumata in Gad: un turista francese è stato afferrato per il collo, rapinato del cellulare e poi inseguito fino davanti alla stazione. Un’aggressione inquietante, avvenuta a notte fonda nel cuore del quartiere Giardino. 

Marinai, ha letto la lettera del sindaco Tagliani e degli assessori Modonesi e Sapigni?  «Sì, certe affermazioni mi hanno lasciato allibito, soprattutto dopo gli ultimi incontri sindacali avuti con il sindaco e le altre sigle».

Nel documento dei ‘noi abbiamo fatto’, si parla di pattugliamenti e azioni spot delle forze dell’ordine... «Incredibile. Il sindaco, che è alla guida della città da anni e non è mai riuscito a convincere il Governo per fare arrivare più poliziotti, dovrebbe chiedere a Roma, e al suo partito, perché dal 2011 la nostra Questura è stata decimata. Stiamo chiudendo uffici per mandare le persone in Volante e il questore, con le risorse che ha, sta facendo il massimo chiedendo aiuti da altre province per quegli ‘interventi spot’ che hanno portato al ferimento di tanti colleghi».

Più illuminazione e più telecamere quanto influiscono? «L’illuminazione c’è ma serve a poco mentre le telecamere sono inutili se dietro non ci sono persone a controllarle. Io, poi, non sapevo nemmeno dell’esistenza di quelle telecamere...».

Prego? «So di quelle nostre ma non di quelle sbandierate dal Comune. E personalmente non ho mai ricevuto una segnalazione proveniente da una di quelle». 

Come si risolve il problema in Gad? «Con più risorse umane, più persone che facciano indagini. Abbiamo una squadra Mobile ridotta all’osso, mandiamogli 20 persone in più e non le Fir a cui fa riferimento il sindaco (le forze di intervento rapido, ndr). Gli stranieri che delinquono in Gad sono sempre di più e sempre più giovani mentre noi siamo due gatti e impotenti. Non hanno paura, una volta scappavano quando vedevano la Volante, oggi non gliene frega nulla perché hanno capito di essere più forti».

Nella lettera, si faceva riferimento ai vigili urbani. Potenziarli sarebbe una soluzione? «Dico al sindaco di assumerne 100 e di fargli fare la notte assieme a noi. Ciò vorrebbe dire più presenza costante sul territorio che terrebbe lontani gli acquirenti della droga».

Qual è lo status delle persone che fermate in Gad?  «Nove su 10 sono richiedenti asilo e non gli puoi fare nulla. Poi quando andranno mai in carcere? Non c’è certezza della pena soprattutto dopo il decreto Renzi che ha portato alla depenalizzazione dei reati minori per togliere cumuli ai tribunali».

Il morale oggi della polizia? «Sotto i tacchi. Dopo gli enormi sforzi e i rischi quotidiani, ti senti arrivare pure certe critiche. Ma andiamo avanti, come sempre, seppur delusi e molto amareggiati».