Cona, indagato l’ex direttore Rinaldi. Lui: "Lo apprendo ora dalla stampa"

Nell’inchiesta che deve fare luce sui costi non sanitari dell’ospedale Cona, infiltrazioni nei cunicoli FOTO/VIDEO

Gabriele Rinaldi (Foto Di Pietro)

Gabriele Rinaldi (Foto Di Pietro)

Ferrara, 25 febbraio 2015 - Il procedimento è il 6799/14 con al centro le spese per i servizi non sanitari dell’ospedale di Cona. Un fascicolo aperto a modello 21 per una serie di reati e con persone indagate, che il Carlino aveva portato alla luce proprio alcuni giorni fa. E tra queste compare il nome del direttore generale uscente dell’Azienda ospedaliera, Gabriele Rinaldi, secondo indiscrezioni iscritto con l’ipotesi di reato di omissioni d’atti d’ufficio. «Apprendiamo dalla stampa questa notizia – spiega l’avvocato Marco Linguerri – perché dalla procura fino ad oggi non abbiamo ricevuto nessun tipo di informazioni in merito. A noi il fascicolo risultava archiviato».

L’esposto. Un passo indietro. Tutto parte da un esposto della Uil Fpl depositato il 13 maggio 2013 nelle mani del procuratore capo Bruno Cherchi e in contemporanea alla Finanza e alla Corte dei Conti, composto da 41 pagine e 999 allegati. Un atto che inizialmente venne archiviato (il 19 luglio) ma successivamente riaperto (a novembre) sulla base di nuovi accertamenti dei carabinieri. Fonti ufficiali, qualche settimana fa, confermavano la notizia tenendo a precisare che «il compito ora sarà capire se le ipotesi di reato emerse sono nuove o rientrano nelle precedenti indagini». Quelle cioè che hanno portato al processo madre (11 imputati) sul maxi appalto per la costruzione di Cona la cui sentenza è prevista per il 27 marzo. Le ipotesi di reato contestate dal pubblico ministero Stefano Longhi andrebbero dal falso, all’abuso d’ufficio all’omissione, a vario titolo tra i sette-otto indagati (il numero preciso e i nomi, al di fuori di quello dell’ex dg, al momento non sono a conoscenza del nostro giornale).

Cunicoli. Nell’esposto della Uil si citano i contratti (gli Atages) che sarebbero stati sottoscritti solo successivamente dall’apertura dell’ospedale; si parla delle magagne strutturali venute alla luce nei mesi successivi all’inaugurazione, con particolare riferimento al cunicolo servizi, reso pubblico con foto e video lunedì dopo il blitz dell’onorevole Giulia Sarti e del consigliere regionale 5Stelle Raffaella Sensoli (foto e video). Non solo: nell’atto si parla anche del fallito trasloco programmato il 3 novembre 2011, rigettato per la mancata autorizzazione sanitaria, dei costi legati al vecchio Sant’Anna fino alla scoperta tardiva del batterio della legionella portata a conoscenza dal direttore generale il 4 novembre 2011 (come lui stesso dichiarò alla stampa, ndr), ovvero il giorno dopo il trasloco flop. «Siamo sereni su quello che è stato l’operato di Gabriele Rinaldi in tutti questi anni; – conclude Linguerri – siamo a disposizione del magistrato qualora volesse sentirci e attendiamo con fiducia e tranquillità l’esito delle indagini».