Delitto Tartari, anche l’Interpol a caccia del ‘capo’. Lui telefona e chiede: dov’è Patrik?

La chiamata risale a martedì dal croato latitante alla famiglia di Ruszo

L’esterno del casolare

L’esterno del casolare

Ferrara, 2 ottobre 2015 - Non è ancora stato catturato ma è già stato nominato il suo avvocato (Daniele Borgia, d’ufficio). Il 51enne croato, il ‘capo’, terzo componente che – assieme a Constantin Fiti e a Patrik Ruszo – avrebbe preso parte alla rapina di Aguscello del 9 settembre e all’omicidio di Pier Luigi Tartari, risulta ancora irreperibile. Nascosto lontano dall’Italia, da qualche parte. Ma sulla sua testa c’è un mandato di cattura internazionale e a dargli la caccia ora c’è anche l’Interpol. Volto noto, precedenti penali non di grossa caratura, almeno fino al 9 settembre: furti, ricettazione, guida in stato di ebbrezza. Ora il salto di qualità criminale perché deve rispondere di rapina, sequestro, omicidio e molto altro ancora. Contro di lui ci sono le immagini delle telecamere che lo riprendono ai bancomat, all’ipercoop, in due negozi di Lido Estensi con la ‘tessera’ di Tartari. Ma soprattutto ci sono le bordate di Ruszo: «Il ‘capo’ ha colpito Tartari con un pugno dentro casa e poi con un tubo di ferro. Lo ha legato e con Fiti lo ha portato e abbandonato nel casolare. Era ancora vivo, quell’uomo cercava di liberarsi».

LA TELEFONATA. Ma c’è un dettaglio, che emerge in queste ore: una telefonata che il croato avrebbe fatto a una persona molto vicina alla famiglia di Ruszo. Il tutto risalirebbe a martedì: «Dov’è Patrik?», avrebbe chiesto il ‘capo’, probabilmente ignaro dell’arresto del 19enne slovacco avvenuto la sera del 25 settembre mentre stava scappando sul treno per Udine. Ed è proprio la città friulana l’ultimo punto di contatto tra Ruszo e il croato. «Abbiamo raggiunto Udine in treno – ha spiegato il ragazzo nell’interrogatorio – poi io, sul pullman, ho preso la direzione dell’Ungheria mentre di lui non ho più avuto notizia».

ROSY. Mercoledì al Carlino Ruzena Sivakova (per tutti Rosy), ex badante dei vicini di casa Tartari e madre di Patrik Ruszo, ha riferito di conoscere bene il croato: «E chi non lo conosce a Ferrara? – le sue parole – Basta andare nella zona del Darsena city. Si mimetizza tra la gente perché veste sempre come un italiano. Ma è un delinquente, cattivo, quel maledetto è stato la rovina di mio figlio».

AUTOPSIA. Il conferimento dell’incarico a Maria Rosa Gaudio è fissato per lunedì in Procura. L’atto è stato notificato ieri anche all’avvocato Daniele Borgia, nominato difensore d’ufficio del croato latitante: «Si tratta di un atto formale», ha confermato il legale.

IL QUARTO UOMO. L’indagine, intanto, sta cercando di fare luce anche su una quarta persona, il basista della banda che non avrebbe preso parte alla rapina. Da quanto emerge, sarebbe legato al croato e potrebbe essere stato presente in altre rapina dell’estate scorsa. A partire da quella di Coronella dove i banditi furono quattro.