Unieuro debutta in Borsa

Il colosso dell’elettronica è stato valutato 220 milioni di euro. Conta 457 punti vendita e 3900 dipendenti

Giancarlo Nicosanti, presidente di Unieuro

Giancarlo Nicosanti, presidente di Unieuro

Forlì, 4 aprile 2016 - Il grande giorno è arrivato. Alle 9.01, oggi, Unieuro è entrata in Borsa a Milano. Il colosso dell’elettronica è la prima realtà italiana del settore a mettere sul mercato le sue quote: un lungo percorso che ha portato l’azienda di Forlì – ex MarcoPolo – fino a Piazza Affari.

Si comincia con azioni da 11 euro l’una: da oggi qualunque risparmiatore può decidere di metterle nel proprio portafoglio. Si era parlato di un valore tra 13 e 16,50: «Abbiamo scelto di tenere il valore più basso per avere una maggiore stabilità», spiega il presidente forlivese Giancarlo Nicosanti, ex amministratore delegato che guida un consiglio di amministrazione ormai internazionale, allargato a sette elementi.

Dal 20 al 30 marzo, lo stato maggiore di Unieuro ha completato il cosiddetto ‘roadshow’: una serie di incontri nelle principali piazze economiche mondiali (New York, Londra, Parigi, Zurigo) con gli investitori istituzionali. Ovvero fondi: Unieuro ha venduto così azioni per 65 milioni di euro a 59 realtà italiane (22, la maggior parte), inglesi, francesi e americane («non è così comune convincere investitori oltre oceano», continua Nicosanti). Si tratta di fondi cosiddetti ‘log only’, quelli più stabili.

Alla fine, Unieuro è stata valutata 220 milioni di euro ed entra nel settore Star della Borsa: come credenziali, ha dovuto dimostrare di rispondere ai più alti standard internazionali, anche per quanto riguarda liquidità (1,5 miliardi i ricavi) e trasparenza. «Agli investitori è piaciuta la nostra storia: quella di un’azienda che è sempre cresciuta e vuole crescere ancora».

Unieuro è un’acquisizione forlivese del 2014. Il marchio che ebbe come testimonial il poeta Tonino Guerra è entrato nell’orbita di MarcoPolo, azienda creata dalla famiglia Silvestrini (oggi Giuseppe, ex presidente, è uscito dal cda ma resta uno dei principali azionisti privati): a quel punto ci fu il cambio di nome, più noto a livello nazionale. Infatti sono 457 i punti vendita, in tutte le regioni d’Italia (180 diretti e 277 affiliati). La crescita è stata accompagnata dal fondo inglese Rhone Capital, che anche oggi resta il maggior azionista. Un’apertura al mondo per un management che – sottolinea Nicosanti – «resta forlivese con sede a Forlì». La città dove tutto è nato e cresciuto un colosso che oggi conta 3.900 dipendenti.

E adesso? «Siamo in mare aperto. Da oggi si lavora per aumentare ogni giorno il valore di ogni singola azione», spiega Nicosanti. In una parola: crescere. E la strategia passa dalla sfida più grande: il web. Il portale Unieuro.it, nel settore dell’elettronica, è già il secondo più utilizzato in Italia dopo un colosso come Amazon. Per rinforzarsi in un canale strategico per le vendite, è recente l’acquisizione del gruppo Monclick.

Dal virtuale al reale, l’azienda vuole avere una presenza sempre più capillare con altri cinque nuovi negozi entro la fine del 2017. «E stiamo valutando l’acquisizione di altre catene». Per crescere. Crescere ancora.

Marco Bilancioni