Agricoltura, "Assurdo che le albicocche nostrane siano sparite dai supermercati"

L’allarme dei produttori: "La frutta italiana deve essere tutelata"

Clienti impegnati a scegliere la frutta in un reparto di supermercato

Clienti impegnati a scegliere la frutta in un reparto di supermercato

Imola, 2 luglio 2015 - «Com'è possibile che a oggi, non troviamo albicocche italiane nei supermercati locali? Arrivano dalla Spagna». E’ un grido d’allarme – e di dolore – quello di Gabriele Franceschelli, produttore di frutta di Casalfiumanese con la società La Vallata. «Agghiacciante» è l’aggettivo utilizzato da Franceschelli nel definire la situazione, in una lettera inviata ai sindaci della Vallata e a Confagricoltura. «Perché nei supermercati di questa zona i consumatori non sono liberi di poter comprare un prodotto che gli appartiene? – si domanda Franceschelli – Da titolare di aziende che lavorano grazie al nostro prodotto locale mi trovo con 43 dipendenti, 20 dei quali costretti a casa, perché il mercato italiano in questo momento è fermo. Non c’è consumo perché chi fa la spesa ha deciso di non comprare merce straniera. La popolazione vuole comprare in modo responsabile e patriottico». «Qualcuno deve intervenire – è l’appello di Franceschelli – Istituzioni, associazioni di consumatori, associazioni di categoria. associazioni agricole, affinchè venga introdotto nei supermercati il nostro prodotto per eccellenza, anche perché i prodotti che hanno viaggiato per settimane in celle frigorifere sono di sicuro meno pregiati di quelli locali. E poi meno un prodotto viaggia, meno si utilizzano combustibili e quindi c’è minor inquinamento».

Confagricoltura, al pari delle altre associazioni, conosce bene il problema: «Non posso entrare nello specifico – dice il presidente Gianni Tosi – ma in generale i produttori devono essere competitivi al momento della firma del contratto con la grande distribuzione. Noi chiediamo che ci sia la maggior aggregazione possibile, perchè la massa si può meglio gestire e ha peso al momento della richiesta del prezzo di prodotto. Noi in Italia dobbiamo ristrutturarci. Ma sa che in Spagna i confezionatori di un prodotto sono due, al massimo tre? E comunque, se un’albicocca è stata raccolta in Spagna e viene venduta in Italia, è stata staccata dall’albero sette giorni prima che maturasse. Così si rinuncia al gusto. Infine, va tenuto presente che un tempo il nostro prodotto faceva il mercato, ora non più. E stanno per arrivare anche i prodotti dell’Est Europa, prima destinati alla Russia...», chiude Tosi.

«E’ doveroso raccogliere la denuncia del signor Franceschelli – commenta Elisabetta Marchetti, assessore imolese delegata all’agricoltura – L’amministrazione non può limitare l’offerta dei supermercati, ma può chiedere pubblicamente alla grande distribuzione di offrire ai consumatori la possibilità di scegliere e contemporaneamente promuovere e valorizzare i nostri prodotti. Ci sono anche esperienze positive nel rapporto con alcuni supermercati imolesi che hanno fatto accordi con produttori del territorio per offrire prodotti locali. Ed è evidente che è aperto anche il tema di come aprirsi a nuovi mercati».