Crac Cesi, i sindacati: "Poletti è un imolese, non ci ignori"

L'appello al ministro

Una manifestazione dei sindacati davanti allo stabilimento

Una manifestazione dei sindacati davanti allo stabilimento

Imola, 21 luglio 2014 - Il faccia a faccia tanto atteso è arrivato. Stasera, prima dell’arrivo del ministro Giuliano Poletti alla Festa del Pd al parco Lungofiume, una delegazione di lavoratori Cesi, insieme con le rsu, incontrerà l’ex numero uno di Legacoop nazionale, accompagnata dai sindacati di categoria e dai confederali. La visita del Ministro arriva a più di dieci giorni dalla nomina del liquidatore di Cesi, Antonio Gaiani e a due giorni dal vertice — in programma mercoledì a Roma — per discutere della cassa integrazione straordinaria per un anno. Cosa aspettarsi da questo incontro? «Ci aspettiamo che il ministro si assuma degli impegni davanti ai lavoratori — spiega Paolo Stefani, segretario Cgil Imola —. L’indotto dell’azienda è importantissimo nel territorio. Non mi aspetto che un ministro del territorio, con la sua storia, faccia finta di niente».

«Andremo a chiedere l’apertura del tavolo regionale sulla crisi del sistema cooperativo dell’Emilia-Romagna che avevamo già chiesto al governatore Errani — racconta Cristina Raghitta, segretaria Filca-Cisl —. Il presidente Errani si era fatto carico dell’apertura del tavolo, ma visto quello che è accaduto (Errani si è dimesso, ndr) chiediamo che il ministro prenda in mano la situazione perché Cesi è solo il primo pezzo del sistema a saltare».

«A Poletti chiederò di giocare a carte scoperte — afferma Giuseppe Rago, segretario Uil —. Oggi è ministro ma fino a ieri ha guidato l’Alleanza delle cooperative e, nella sfortuna, questo è un vantaggio perché nessuno meglio di lui può sapere come stanno le cose. Sono d’accordo con il segretario Pd Marco Raccagna quando afferma che un anno di ammortizzatori sociali non basta. Occorre accompagnare alla pensione chi può andarci e occuparsi di quelli che non potranno confluire nel nuovo progetto industriale se mai esiste».

Rago non manca però di replicare anche alle accuse di Romano Linguerri, consigliere comunale di Fornace Viva, ce ha accusato soci e sindacati non aver vigilato abbastanza, non accorgendosi del crac in tempo utile a sventarlo. «Nell’ordine del giorno presentato dalla maggioranza, quindi anche da Linguerri, si chiede l’impegno di tutti i sindacati. Allora, siamo buoni o cattivi — chiede —? A gennaio facemmo una commissione consiliare per discutere delle problematiche della cooperazione a cui Cesi e 3Elle non si presentarono: perché Linguerri non si è preoccupato di quelle assenze? Ad aprile, io per primo dissi che Cesi sarebbe saltata e fui preso per pazzo. L’8 luglio dissi che mi risultava un incontro con il ministro Guidi, auspicando che non si trattasse di liquidazione. Linguerri dov’era? Come fa un membro della maggioranza a non sapere queste cose? Soci e sindacati hanno più volte chiesto alla dirigenza di Cesi, scelta dalla maggioranza imolese, di chiarire le cose, ma se le risposte di consiglio d’amministrazione e direzione non sono state veritiere, non si poteva vedere più di tanto. Con 25 anni di banca di esperienza alle spalle — continua —, si vedeva che il piano del direttore Francesco Sutti non era credibile. Poi adesso Linguerri propone di assegnare le case invendute di Cesi a famiglie del territorio, ma lui so sa che il 99,9 per cento di quei beni sono gravati da ipoteche?».