Dino Dalmonte
Imola, 23 settembre 2015 – Una vita spesa per gli altri, sulle ambulanze della Croce Rossa, accanto al dottor Costa e agli altri professionisti della Clinica mobile, e come volontario.
Questo era Dino Dalmonte, 83 anni, imolese dalle mille risorse che lunedì si è fermato solo di fronte alla malattia che lo ha strappato alla moglie e ai tre figli.
I funerali si terranno domani, alle 9,45, con partenza dalla camera mortuaria e corteo fino a San Cassiano. Poi la salma partirà per Faenza, dove verrà cremata.
Autista sulle ambulanze della Croce rossa imolese, per 25 anni ha fatto parte anche dello staff della Clinica mobile del dottor Costa. E quando, arrivata la pensione, è venuto il tempo di passare il testimone ad altri, lui era rimasto comunque nel ‘giro’, reinventandosi: da autista di ambulanze a cuoco dei piloti (con l’appoggio anche del ristorante La Sterlina di Sasso Morelli, gestita dal figlio), in anni in cui lo sport e l’organizzazione avevano i colori della festa, oltre che del professionismo.
Il suo legame con la Croce rossa non si è mai spezzato e fino a qualche tempo fa era una presenza costante, da volontario, alle partite dell’Imolese, la squadra della città che ha seguito sempre e comunque a dispetto delle sorti di campionato. Il suo volto in città è associato anche a quello della campagna per la donazione di organi: a lungo, infatti, è stato il presidente della sezione imolese dell’Aido.
Ma al di là dell’impegno sociale, nell’ultimo tempo Dino aveva assunto anche un altro incarico: quello di presidente onorario del Club de Mercul. Una sorta di raduno, organizzato più volte l’anno, di amici amanti della buona tavola e del buon vino, impegnati in gite enogastronomiche alla scoperta dell’Italia ma non solo. Indimenticata, infatti, rimane per gli amici la partecipazione di Dino all’Oktoberfest di Monaco, mentre a marzo aveva chiuso l’ultimo raduno del club con un tour in Valdobbiadene.