Autodromo di Imola, l'imprenditore contro il no al suo progetto

Enzo Casadio: "C’era una lettera di intenti". E mette le carte in mano a un avvocato

Enzo Casadio di Ipermedia

Enzo Casadio di Ipermedia

Imola, 5 febbraio 2017 - Un progetto dedicato alla mobilità elettrica in autodromo, curato da una ditta locale, e verso il quale Formula Imola e Con.Ami si erano mostrati molto interessati. Un piano per il quale ora, nel nuovo Enzo e Dino Ferrari post lavori di ristrutturazione, sembra però non esserci più spazio; e che anzi rischia di far ritrovare i vertici del circuito in un’altra bega legale dai contorni tutti da definire. Eccolo l’ultimo pasticcio in salsa imolese che coinvolge ancora una volta il simbolo più amato della città. E soprattutto i suoi amministratori.

Luglio 2015: Formula Imola sottoscrive con la Ipermedia di Enzo Casadio una «lettera di intenti» nella quale la ditta imolese che realizza iniziative per la promozione del territorio (come la card Shop&Go) viene riconosciuta «interlocutore prioritario» per la futura locazione degli spazi commerciali in autodromo. Si parla, nell’ambito di un ragionamento più complessivo e in grado di coinvolgere tante realtà locali attive nei più svariati settori, di showroom nel paddock e di veicoli elettrici (moto comprese) in pista. Ipermedia, in sostanza, farebbe da intermediario con i costruttori. Almeno fino a dicembre 2015 l’interesse di Formula Imola, partecipata all’85% da Con.Ami, concessionario dell’impianto nel quale la Spa gestisce l’attività in pista, è vivo. C’è un incontro con il direttore generale del Consorzio pubblico, Augusto Machirelli, per presentare il progetto definitivo che viene «ampiamente condiviso», assicura Casadio. Il titolare di Ipermedia cerca i contatti giusti e tesse relazioni. Prepara bozzetti, sito Internet e materiale promozionale.

Con.Ami si dice disponibile a un ulteriore incontro a gennaio 2016, ma da lì in avanti improvvisamente si arena tutto. Casadio non ha più riscontri, e l’autodromo sceglie evidentemente altre strade. «In quel progetto ho investito tempo e soldi senza chiedere un centesimo a nessuno – commenta amareggiato l’imprenditore –. E sono ancora in attesa di ricevere una risposta da parte di Con.Ami e Formula Imola alle raccomandate del nostro avvocato di luglio e ottobre 2016». Sì perché nel frattempo, dopo mesi di silenzi, Casadio si è rivolto a un legale. E quest’ultimo, in due occasioni, ha sollecitato i vertici dell’autodromo con altrettante missive. Sia chiaro: una lettera di intenti non prevede l’impegno a firmare un contratto. E anzi, in tal senso, nonostante l’impegno a «relazionare periodicamente» Ipermedia su stato di avanzamento del progetto e costi, Formula Imola precisa che quel documento «non costituisce, neanche in via indiretta, proposta contrattuale di locazione». E che la Spa rimane «libera di intraprendere ulteriori trattative» con altri soggetti.

D’altra parte, però, con una sentenza del 2015 la Cassazione ha esteso la responsabilità per inadempimento contrattuale alle ipotesi di violazione delle intese raggiunte dalle parti nel corso delle trattative. Dunque, allargando il campo anche alle lettere di intenti. Insomma: pane per i denti degli avvocati. E la sensazione che, visto che si parla di un’impresa locale e di mobilità elettrica (due temi caldissimi per il circuito), forse la faccenda potesse essere gestita meglio.