Imola, motociclista morto. Il mondo di Saverio fra moto, basket e l’adorata famiglia

Incredulità e dolore per la tragica fine di Maionchi

Saverio Maionchi in sella alla sua moto

Saverio Maionchi in sella alla sua moto

Imola, 6 ottobre 2017 - La passione per le moto si era trasformata in un vero e proprio lavoro, mentre quella per il basket – dopo l’apice in serie B2 con il San Lazzaro - Saverio Maionchi la coltivava con gli amici di Imola. Con loro si trovava una sera a settimana per una partita e una pizza. Poi c’era la passione con la ‘p’ maiuscola, quella che prendeva il sopravvento: «Amava suo figlio alla follia», ricordano alcuni tra gli amici più stretti. Un figlio di pochi anni che adesso dovrà crescere senza il papà. Saverio - 49 anni l’11 novembre, residente in via Curiel – è venuto a mancare mercoledì dopo uno schianto mortale in via Nuova contro una chiesetta a bordo strada, mentre era in sella alla sua Yamaha XTZ 750. Un Super Ténéré bianco e rosso che aveva da tanti anni, in sella al quale aveva girato il Marocco incontrando Salima che, una volta in Italia, è diventata sua moglie e la compagna di vita. Una storia commovente che ora però deve fare i conti con la triste realtà. Saverio lascia anche il padre e la sorella, vedova di Roberto Kerkoc, titolare della Tecnoform stroncato in estate da un malore.

Al momento, l’ipotesi più accreditata secondo la polizia municipale è che all’origine dell’incidente, avvenuto in un rettilineo, ci sia un’uscita di strada autonoma da parte di Maionchi, visto che non ci sono stati altri veicoli coinvolti. Quel giorno, il 49enne non era a lavoro in quanto la Engines Engineering – ditta di Castenaso dove l’uomo era addetto alla documentazione tecnica di progetto – era chiusa per celebrare il patrono di Bologna.

«Ci eravamo sentiti alle 11 per metterci d’accordo per trovarci la sera a giocare a basket – racconta l’amico Davide Masi -. Era un pezzo di pane, una persona splendida, è stata una doccia fredda». Da qualche anno Saverio giocava a basket a livello amatoriale, ma in precedenza aveva militato tra i professionisti. Iniziò alla fine degli anni ’70 nel minibasket della Virtus, in seguito era passato alle Giovanili del San Lazzaro, vivaio nel quale è cresciuto. Successivamente approdò a Budrio per poi rientrare a San Lazzaro, questa volta in serie B2, sotto la guida di Ettore Mannucci. Durante la sua carriera ci sono state alcune parentesi tra cui Lugo, Castel San Pietro, Ozzano. «Volevamo organizzare un ritrovo degli ex del San Lazzaro – fa sapere l’ex compagno di squadra Bruno Canè -. Era una persona meravigliosa, allegra, generosa, con una sensibilità incredibile». Un messaggio di cordoglio arriva anche da Engines Engineering: «L’azienda e i colleghi esprimono le più sentite condoglianze per l’improvvisa scomparsa di Saverio, e in questo triste momento sono vicini a tutta la famiglia».