Terremoto, un imolese ad Amatrice con la Croce Rossa: "Situazione indescrivibile"

Il racconto di Andrea Cornazzani, operatore specializzato negli aiuti con mezzi e tecniche speciali, dalle zone colpite dal sisma SPECIALE: FOTO E VIDEO - IL CONTO CORRENTE PER AIUTARE LE VITTIME

Andrea Cornazzani della Croce Rossa di Imola

Andrea Cornazzani della Croce Rossa di Imola

Imola (Bologna), 27 agosto 2016 - Andrea Cornazzani, operatore della Croce Rossa di Imola attivo nei soccorsi che vengono effettuati con mezzi e tecniche speciali, opera in questi giorni nella zona rossa dì Amatrice. Alla 4 di questa mattina ha terminato il suo turno di lavoro tra le macerie e dopo poche ore ha stretto la mano al presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, subito dopo, ha presenziato ai funerali solenni delle vittime marchigiane a Monticelli.

Cornazzani, in contatto con il comitato Cri imolese, con le sue parole e i suoi sms racconta cosa si vive. In una telefonata di venerdì sera alla presidente Fabrizia Fiumi riferiva delle continue scosse di assestamento e come nell'area rossa ci fossero a scavare -nella speranza di trovare ancora qualcuno -solo gli operatori Cri, le unità cinofile e i vigili del fuoco. Scavano ancora a mano in alcuni punti dove si presume possano esserci tuttora delle persone, non c'è la certezza di quante persone possano ancora essere sotto le macerie. L'operatore imolese ha assistito al recupero di salme da parte di CriLazio.

"La situazione - dice Andrea - è indescrivibile". Nella telefonata di stamani, sabato, era evidente come sulla fatica prevalga la consapevolezza  di poter essere utile, grazie a quanto imparato tramite la Croce rossa, ma anche un pizzico di orgoglio dopo aver visto come funzionino il campo CRI che serve pasti a sfollati e soccorritori e quanto sia valida l'azione delle squadre di esperti operatori. Una grande difficoltà deriva dall'unico accesso ad Amatrice su cui si affollano i tanti mezzi di soccorso a causa anche dell'inagibilità di due ponti: "I viveri sono più che sufficienti - continua Andrea - così come i generi di prima necessità. Ogni iniziativa privata si traduce purtroppo in un intralcio viste le condizioni della viabilità".

Per evitare gli sprechi bisogna quindi attendere il dopo-emergenza. Fabrizia Fiumi resterà costantemente in contatto con lui fino al termine del suo servizio. E ricorda con una metafora che "Non si tratta di correre i 100 metri, ma una maratona". Il fiato, la voglia di dare una mano devono continuare purtroppo nel tempo. Si parla, per i terremotati, di alcuni mesi di ricovero in tende e prefabbricati, e saranno i mesi lunghi dell'inverno.