Gran Premio, toh, servono soldi, e Monza bussa alla porta del premier

Alla resa dei conti

Il saluto tra il ministro Elena Boschi e Bernie Ecclestone, nel 2014,  sul circuito

Il saluto tra il ministro Elena Boschi e Bernie Ecclestone, nel 2014, sul circuito

Monza, 28 agosto 2015 - Il dialogo con Ecclestone? «Sempre molto cordiale e trasparente». La concorrenza di Imola? «Un modo per metterci sotto pressione». Lo stato dell’arte della trattativa per il rinnovo del contratto? «La prossima settimana sarà cruciale – ammette Ivan Capelli, presidente dell’Automobile club di Milano –, dobbiamo far capire la nostra situazione e nello stesso tempo arrivare a scrivere dei numeri». Ovvero una cifra. I soldi da dare al boss della Formula Uno per restare nel calendario del Mondiale.

Mister B chiede un rinnovo a 25 milioni di dollari all’anno, oltre il doppio delle condizioni economiche dell’attuale contratto (circa 11 milioni) in scadenza nel 2016. Una somma che oggi Monza non è in grado di sostenere. A fatica riesce a onorare l’accordo in corso grazie soprattutto agli incassi della vendita dei biglietti. E allora serve una marcia in più. Perché gli investimenti della Regione Lombardia – 7 milioni di euro all’anno per i prossimi tre da dividere comunque fra Autodromo, Parco e Villa Reale sbloccati dalla defiscalizzazione dell’ingresso del Pirellone nella proprietà dell’impianto sportivo accanto ai Comuni di Monza e di Milano – non servono alla causa. Potranno essere utilizzati solo per l’ammodernamento del circuito. Tant’è che «stiamo lavorando anche per arrivare a un sostegno del Governo – anticipa Capelli –. Ovviamente non possiamo soltanto chiedere e quindi dobbiamo dimostrare anche di meritare. E far capire la valenza nazionale di un evento mondiale come il Gp d’Italia a Monza. Se l’attenzione del Governo sarà di un certo tipo allora le cose cambieranno».

E potrebbe non essere solo un caso se nella domenica del Gran premio (6 settembre) è atteso l’arrivo del presidente del consiglio Matteo Renzi nel paddock monzese. La trattativa sui vari fronti «è un cantiere aperto». Ma è impensabile ottenere uno sconto da Ecclestone. E’ vero che la Formula Uno «è ancora un prodotto interessante», ma gli spettatori – in televisione e direttamente in circuito – sono in calo. Tanto che «quest’anno abbiamo trovato e stiamo sperimentando nuovi canali di vendita dei biglietti per riuscire ad avere una risposta equiparabile al 2013 visto che l’anno scorso c’è stata una pesante flessione che ci ha condizionato».

Allora dai ticket l’Autodromo aveva raccolto circa 11 milioni di euro: «Per il momento, come incassi, siamo a un +4% rispetto al 2014, ci stiamo avvicinando al nostro obiettivo». Ci sono ancora una decina di giorni per chiamare a raccolta i tifosi ritardatari. La soluzione? Supersaldi con biglietti al 50%.