"Quel paziente era davvero malato. In ventinove lo avevano accertato"

Menarini assolto: parla Aldo Meyer, difensore dell’ex primario

Mauro Menarini (Isolapress)

Mauro Menarini (Isolapress)

Imola, 6 marzo 2015 - «Balsamo non era un mero simulatore. Una malattia midollare l’aveva davvero». Altrimenti non si spiegherebbero «i 29 medici che prima di Menarini avevano diagnosticato la stessa patologia producendo almeno 50 certificati». Aldo Meyer, legale difensore del dottor Mauro Menarini, attenderà le motivazioni (tra 90 giorni) per capire dove secondo il giudice Aldo Resta il castello accusatorio costruito dalla procura si è sgretolato, ma di una cosa è certo: «Il giudice ha emesso una sentenza di merito, nonostante per le false certificazioni si fosse raggiunta la prescrizione e cancella tutte le accuse mettendo una pietra tombale su qualsiasi ipotesi». Per il suo assistito sono stati cinque anni duri: prima l’arresto nel 2010, poi i domiciliari, la contestuale sospensione dall’incarico e il licenziamento quando la procura ha chiesto il rinvio a giudizio del medico. Mentre l’iter penale faceva il suo corso, Menarini impugnò il licenziamento ma nel 2012 perse in primo grado. Il ricorso fu superato da un accordo stragiudiziale e oggi Menarini esercita come fisiatra in alcuni ambulatori privati ed è consulente dell’Unità spinale dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona). Da mercoledì sera molto, se non tutto, è cambiato. La sentenza ha azzerato le accuse e le ombre sulla sua professionalità. «Se c’è una cosa che la procura ha fatto è stato un lavoro meticoloso di ricerca – continua Meyer –. Ha scandagliato ogni aspetto della vita di Menarini». Anche quella privata, dopo che in alcune fasi dell’indagine si era ipotizzato che a legare Balsamo e Menarini potessero essere favori, anche cessioni di droga. «Tutti gli accertamenti medico-legali su Menarini hanno dato esito negativo – ricorda Meyer –. Parliamo di un processo in cui abbiamo sentito oltre 50 testi, 38 dei quali della pubblica accusa. Otto i consulenti coinvolti ed è emersa solo l’assoluta innocenza di Menarini». Tra i testi, alcuni erano anche i medici che prima del primario di Montecatone certificarono la siringomielia a Balsamo e le commissioni invalidità che avevano valutato il caso.

«Quelle stesse certificazioni contestate a Menarini contenevano la stessa diagnosi di altri 29 medici tra i carceri di Ragusa, Parma, Opera – continua il legale –. Alcuni esami diagnostici furono fatti in centri esterni a Montecatone». Avevano preso tutti un abbaglio? «Balsamo camminava, ma solo dopo il 2006 – risponde –. Aveva effettivamente una malattia midollare, non era del tutto un simulatore. Può avere accentuato alcuni sintomi». Di sicuro, visto che Balsamo nell’ultimo periodo camminava, guidava l’auto senza comandi al volante e ballava la macarena come scoperto dalla polizia, non si trattava di una patologia irreversibile. Montecatone, che nel processo era costituita parte civile, continua a trincerarsi dietro un muro di silenzio, in attesa del rientro dalle ferie del suo direttore Augusto Cavina.