Cade dalle scale, grave 91enne cieca

Incidente alla residenza per anziani Sant'Antonio Abate a Fontanelice. La donna era in carrozzina

Anziani in una casa di riposo (Foto d'archivio)

Anziani in una casa di riposo (Foto d'archivio)

Fontanelice (Imola), 23 maggio 2016 - Cade dalle scale con la sedia a rotelle e ruzzola giù per i gradini. Protagonista del capitombolo, sabato mattina, è stata una donna di 91 anni, ipovedente, ospite della casa di residenza per anziani Sant’Antonio Abate di Fontanelice, struttura gestita dalla cooperativa sociale Solco Assiste. La donna è stata trasportata d’urgenza in ambulanza all’ospedale di Imola, dove, fino a ieri sera, «era ricoverata in Rianimazione in pericolo di vita».

Il figlio dell’anziana, Luciano Bartolini, non si dà pace per quello che è successo e vuole capire le cause. «Mia mamma ha una cecità pari al cento per cento, mi chiedo come mai sia stata lasciata sola su una carrozzina proprio vicino alle scale». Il volo da quella rampa al secondo piano le avrebbe provocato «diverse fratture e un trauma cranico». Gli effetti di una simile caduta, soprattutto per una donna di quell’età, sono devastanti, racconta il figlio: «Ha il bacino rotto, più altre costole, per non parlare del fatto che ha picchiato la testa, ruzzolando giù per i gradini». Lei e la carrozzina su cui era seduta.

"Secondo quanto mi è stato spiegato dalle forze dell’ordine che sono intervenute, erano le sette e mia mamma era stata alzata da letto e fatta sedere sulla sedia a rotelle, in attesa che qualcuno la portasse nel salone al piano terra per la colazione», va avanti nel racconto il figlio Luciano. «Peccato però che lei, cieca e non autosufficiente, si è trovata sola, senza controlli, nelle vicinanze delle scale. In cima ai gradini c’è un cancelletto che si apre e si chiude attraverso un dispositivo elettronico. Fatto sta che, secondo quello che mi hanno raccontato, il cancello non era chiuso a dovere, mia mamma si è mossa sulla carrozzina e, non vedendo, è caduta».

Nonostante tutto, Bartolini spende qualche parola per il personale della casa di residenza (la cooperativa al momento non rilascia dichiarazioni) dove la madre si trova da otto anni: «Posso capire che a volte i dipendenti siano sotto organico rispetto alle reali necessità, ma queste cose non devono succedere. Probabilmente mia mamma era in un posto dove non doveva essere considerate le sue difficoltà, o forse l’hanno abbandonata per troppo tempo». Sta di fatto che ora «si trova all’ospedale in pericolo di vita».

E garantisce: «Voglio vederci chiaro e se sarà necessario valuterò le vie legali». Peraltro l’episodio arriva dopo settimane di polemiche scatenate dai sindacati Cgil e Uil che, in particolare, hanno denunciato presunti disservizi relativi alla gestione della casa di riposo in via Venturini a Imola, complesso gestito da Seacoop.