Terremoto, gli allevatori: "Ora ci prendono per il collo"

Abbassato il prezzo del latte, lo sfogo di Laura Lai di Gualdo

Laura Lai e la mamma e socia Gabriella Monti dell’azienda Lai

Laura Lai e la mamma e socia Gabriella Monti dell’azienda Lai

Gualdo (Macerata), 24 febbraio 2017 – Problemi su problemi. Pochi giorni fa è arrivata una lettera da parte della cooperativa del latte con su scritto: «Informiamo i soci conferenti di latte di pecora che il consiglio di amministrazione riunitosi il 7 febbraio ha deliberato che, a decorrere dal primo gennaio 2017, il nuovo prezzo del latte di pecora sarà di 0.80 euro a litro». Una doccia fredda per gli allevatori di ovini perché prima la società cooperativa agricola lattiero casearia versava loro 0.93 euro a litro: 13 centesimi in meno di entrata che, in questo periodo in cui si trovano senza stalle, li mette ancora più in ginocchio.

La brutta notizia è arrivata senza preavviso e i produttori sono costretti a presentare anche la rettifica della fattura di gennaio. «E’ assurdo che dal Nord Italia ci arrivino gesti di solidarietà continui e dal centro Italia, che conosce benissimo la nostra condizione, ci prendano per il collo», si sfoga Laura Lai, giovane titolare – insieme alla sua famiglia – dell’azienda Lai di Gualdo. In casa ci sono sei bambini piccoli, Laura ne ha uno di 16 mesi, sua sorella ne ha tre e il fratello due. Hanno 30 bovini da carne e 1.500 ovini, di cui però 60 morti dopo il crollo di una stalla sotto il peso della coltre bianca. «Veniamo presi in giro da tutti – spiega l’allevatrice –. Il mese scorso abbiamo spalato a mano metri di neve per fare spazio nelle piazzole che avrebbero ospitato i moduli-stalla. Ci avevano promesso che, appena finita l’emergenza, li avrebbero portati. Invece ancora niente. Gli animali ora sono ammassati in stalle di fortuna e stiamo registrando diverse minacce di aborto».

Ma, oltre al danno, si è aggiunta la beffa dell’abbassamento del prezzo del latte di pecora. «Con quelle poche righe in una lettera – continua – e senza nessuna giustificazione la cooperativa ci ha informato della decisione presa dai consiglieri. Come possono prendere una scelta del genere proprio adesso? La cooperativa poi ha la propria sede in queste zone e sa bene cosa stiamo passando. Come facciamo ad andare avanti così? Vogliamo solo continuare a fare il nostro lavoro, anche per i nostri figli. Ma le stalle stanno chiudendo a raffica e abbiamo paura di fare la stessa fine». La paura di Laura Lai è la stessa di tanti altri allevatori. Ovini, bovini e suini continuano ad essere lasciati a se stessi, e con loro intere comunità.

Lucia Gentili