Travolto e ucciso in bicicletta. Morto sul colpo un sindacalista 61enne

La vittima è Marco Ragazzi. Gli amici: "Una persona di cuore, sempre presente"

I rilievi dopo l'incidente in cui è morto Marco Ragazzi

I rilievi dopo l'incidente in cui è morto Marco Ragazzi

Carpie (Modena), 19 gennaio 2018 - Sono circa le 8,15 di ieri mattina quando Marco Ragazzi, 61enne originario di San Felice sul Panaro, arriva pedalando all’incrocio con via Cadiane, una delle strade preferite da chi vuole evitare la trafficata via Giardini, specialmente nelle ore di punta. Siamo nelle campagne di Saliceta San Giuliano. Ragazzi arriva da Strada delle Fornaci. La ricostruzione di quanto è accaduto in quegli attimi è ancora al vaglio della polizia municipale ma è probabile che il ciclista in sella alla sua bici da turismo abbia cercato di svoltare a sinistra senza accorgersi della Volkswagen Polo che arrivava dalla stessa direzione diretta verso via Giardini.

L’impatto è inevitabile e violentissimo. L’uomo viene sbalzato da sella finendo rovinosamente sul parabrezza dell’auto. Al volante c’è una mamma quarantenne residente a Modena che sta portando a scuola le sue due bambine di quattro e sette anni. Le urla della donna che si accorge della gravità di quanto accaduto fanno uscire in strada i residenti. L’allarme al 118 scatta immediatamente e le ambulanze giungono sul posto poco dopo. Marco Ragazzi è ancora vivo. Arrivare all’ospedale di Baggiovara è una questione di pochi minuti. Purtroppo però la corsa risulta vana: troppo gravi i traumi riportati nell’impatto. La donna, sotto choc viene trasportata nello stesso ospedale per accertamenti mentre le due piccole, incolumi, vengono portate al sicuro a casa.

Questa è la cronaca, simile a tante altre. Quello che invece è sempre diverso è il solco di dolore che questi drammi scavano tra famigliari e amici. Marco Ragazzi trascorreva la settimana a Modena dove lavorava alla sede Cna di via Malavolti e dove era anche rappresentante sindacale per Filcams Cgil. Ogni mattina andava al lavoro da San Felice dove aveva mantenuto il domcicilo.

Poi, nel week end tornava a Verona dalla moglie Antonella, città dove aveva da anni spostato la residenza. Amava la bici, le camminate in mezzo alla natura e la montagna, passioni che condivideva con la moglie ieri partita da Verona alla volta di Modena appena raggiunta dalla tragica notizia. «Uno dei nostri delegati più attivi e presenti – è il commento di Alessandro Fili di Filcams Cgil – soltanto mercoledì pomeriggio l’avevo incontrato ad una riunione sindacale. Una persona sempre presente e che si prendeva a cuore anche altre vertenze. Un vera tragedia».