Modena, licenziamenti Castelfrigo. Via allo sciopero della fame

Non si placa la protesta contro i 127 licenziamenti dei lavoratori dell'azienda del settore carni di Castelnuovo

Una manifestazione legata al settore carni

Una manifestazione legata al settore carni

Castelnuovo (Modena), 19 dicembre 2017 - Non si placa la protesta dei lavoratori della Castelfrigo di Castelnuovo (Modena), ieri il corteo dalla sede dell’azienda fino al centro e oggi lo sciopero della fame. Una maxi protesta contro i 127 licenziamenti dei lavoratori dell'azienda del settore carni in appalto tramite le cooperative Work Service e Ilia Da.

E da questa sera si parte con lo sciopero della fame, per il segretario generale della Flai-Cgil di Modena, Marco Bottura e per tre lavoratori di varie nazionalità delle cooperative in appalto della Castelfrigo, l'ivoriano Tano Yao, l'albanese Blliku Martin e il cinese Chen Haichao. È quanto si legge in una nota dello stesso Bottura La protesta, arriva dopo due mesi di sciopero ad oltranza e di mobilitazione sindacale. Al fianco dei quattro manifestanti, viene spiegato, 'turneranno i loro colleghi di lavoro in modo da mantenere un presidio permanente con la 'Tenda Rossa' della Flai/Cgil e due camper di supporto.

"Attiviamo lo sciopero della fame non come forma di ricatto, ma come forma di protesta - scrive Bottura - per abbattere il muro d'indifferenza che esiste ancora sulla vertenza che vede espellere dal sito produttivo i soci lavoratori delle false cooperative appaltatrici Ilia D.A. e Work Service".

Si tratta, si spiega ancora nella nota, "di una conseguenza estrema di una modalità di lotta non violenta che abbiamo deciso di utilizzare unendo tradizioni culturali diverse, dagli scioperi della fame nella storia politica albanese alle forme non violente legate alla cultura religiosa dei lavoratori africani. Siamo consapevoli che è una forma di lotta inusuale per la nostra organizzazione sindacale, ma abbiamo scelto di stare in mezzo ai lavoratori, anche nei momenti più drammatici".

Per l'esponente della Cgil, il modello organizzativo degli appalti nel settore delle carni, "sta portando il distretto verso una via bassa dello sviluppo che può mettere a rischio la sicurezza alimentare tramite fenomeni di contraffazione. Questo modello organizzativo - conclude - porterà a distruggere il settore. Fermiamoci!".