Si spacciano per lui sul bus e gli addebitano trenta multe

Il 15enne ha fatto denuncia per sostituzione di identità, i responsabili per la bravata rischiano un anno di reclusione

Controllori di Seta e, nel tondo, il presidente Vanni Bulgarelli

Controllori di Seta e, nel tondo, il presidente Vanni Bulgarelli

«Non ha il biglietto? Mi dica il suo nome che le faccio il verbale». Peccato però che il ‘portoghese’ sopreso dal controllore invece di dire la verità abbia declinato le generalità di qualcun altro. Una trovata da codice penale che si è ripetuta per diversi giorni sulla linea Seta Sassuolo-Maranello e che ha levato il sonno a un 15enne e alla sua famiglia, destinataria di una trentina di multe dai sei euro l’una in pochi giorni per mancanza di titolo di viaggio. Scherzo di cattivo gusto di un gruppo di ‘amici’ o espediente da piccoli delinquenti? Lo stabilirà la polizia di Sassuolo alla quale la mamma del 15enne si è rivolta sporgendo denuncia per ‘sostituzione di identità’, un reato piuttosto grave, punibile fino a un anno di reclusione.

Sul fronte del pagamento delle sanzioni la questione si è risolta quasi subito perché la madre del ragazzo ha mostrato a Seta l’abbonamento regolarmente pagato e l’azienda dei trasporti ha compreso l’accaduto. Resta però il diffondersi di un fenomeno inquietante che potrebbe coinvolgere chiunque. Il presidente di Seta Vanni Bulgarelli riferisce che l’azienda sta «monitorando la questione, che negli ultimi mesi è aumentata anche se in maniera non ancora eclatante, per fortuna». Il suggerimento alle famiglie, quando ci si strova in queste situazioni, è «intanto di non pagare la multa e fare ricorso dichiarando di non essere stati a bordo nel momento della contestazione, declinando le proprie generalità corrette». Il problema di Seta e dei suoi verificatori è che, nonostante la legislazione regionale consenta un certo margine, «il pieno riconoscimento di status di pubblico ufficiale non è così esplicito», a differenza per esempio dei controllori delle ferrovie dello Stato. «Il decreto Madia sui servizi pubblici prevederebbe per i verificatori del Trasporto pubblico locale una serie di prerogative in più, ma al momento il provvedimento di legge è fermo». A complicare la situazione in questo senso è anche l’impossibilità di applicare le foto sugli abbonamenti, soprattutto quando si tratta di minorenni, «per la tutela della privacy».

In attesa dello sblocco della situazione, la soluzione che Seta e il presidente Bulgarelli stanno studiando è quella di chiedere al passeggero sprovvisto di biglietto di declinare «il proprio nome, cognome e anche quello dei genitori con le rispettive date di nascita. Inclusa magari quella del nonno. In questo modo, in caso di contestazione, diventa più agevole appurare se si tratta effettivamente della persona a cui in quella data e in quel bus si è elevata la sanzione oppure qualcuno che si è spacciato per lui».