«Decine di profughi in uno stesso palazzo? Nessun rischio, la realtà ce lo impone»

Roberto Garretta della coop l’Angolo: «Siamo disposti a trattare con i Comuni»

FE_6N7B1194-24587730_WEB

FE_6N7B1194-24587730_WEB

Carpi (Modena), 26 luglio 2017 - «Stiamo lavorando assieme ai Comuni nel cercare le migliori soluzioni possibili - dice Roberto Garretta responsabile della cooperativa sociale L’Angolo - non vogliamo imporci».

Eppure il sindaco di Carpi ha percepito proprio come un’imposizione la concentrazione di 40 profughi nella stessa palazzina, in 6 appartamenti, prevista nelle prossime settimane. E ieri pomeriggio è sorto lo stesso problema a Castelfranco, dove i circa trenta profughi nell’hotel San Marco, gestiti dalla cooperativa, chiedono di essere suddivisi in diverse abitazioni nel territorio. La stessa soluzione – accoglienza diffusa – che auspica l’amministrazione.

Garretta, siete sicuri che la concentrazione non crei problemi?

«A mio parere non fa differenza se gli appartamenti sono nello stesso civico o in due civici diversi, non ci vedo un maggiore impatto sociale sul territorio. Capisco le amministrazioni, anche a noi piacerebbe trovare soluzioni diverse ma un conto è l’auspicio, un conto la realtà».

E qual’è la realtà?

«Siamo di fronte ad una emergenza epocale e non sappiamo dove allocare le persone, non sempre è possibile sistemarle in varie zone della città. Stiamo cercando le migliori soluzioni possibili assieme a prefettura e Comuni con cui condividiamo il percorso, non vogliamo scavalcarli».

Però avete avvisato il sindaco di Carpi a decisione già presa...

«Non dobbiamo avvisare i Comuni prima di stipulare i contratti d’affitto con i proprietari, non sapevamo di doverlo fare a Carpi ma è stato un nostro errore. Ora stiamo lavorando insieme: per noi la palazzina può contenere 40 persone ma se l’amministrazione non è d’accordo troveremo un’altra soluzione condivisa. E voglio rassicurare che i profughi non arriveranno tutti subito ma gradualmente».

La concentrazione all’hotel San Marco a Castelfranco, in pieno centro, non è rischiosa?

«Al San Marco non abbiamo mai avuto problemi e penso che l’episodio accaduto oggi (ieri, ndr) sia di poco conto altrimenti i miei collaboratori mi avrebbero avvisato. Anche a me piacerebbe sistemare le persone in un’abitazione fuori dal centro ma non sempre è possibile».

A Modena un profugo dice che non pagate i pocket money (contributo di 2,5 euro, ndr)

«Non è vero, il ragazzo ha una situazione particolare, è stato revocato. Vorrei che in generale si cercasse di smorzare i toni, siamo una cooperativa seria e stiamo gestendo un’emergenza».

Siete presenti nelle palazzine dove sistemate i profughi?

«Certo, abbiamo sempre i nostri operatori, 24 ore su 24 o nelle ore diurne e con la reperibilità notturna, come accade nella palazzina in via Emilia Ovest a Modena».