«Giudice di pace, sveglie disumane per depositare gli atti»

Gli avvocati inferociti: «Siamo qui dalle 5»

Gli avvocati in fila (FotoFiocchi)

Gli avvocati in fila (FotoFiocchi)

Modena, 21 aprile 2015 - Sveglie disumane, documentate dalle occhiaie e dalla stanchezza sui volti di avvocati e avvocatesse che tentano l’impresa di accedere all’ufficio del giudice di pace in via San Pietro. Dal 26 marzo, infatti, lo sportello è aperto solo il lunedì e il mercoledì dalle 9 alle 11 perché la sezione si sta preparando ad accogliere gli ispettori ministeriali e ci sono evidentemente molte cose da sistemare.

«Il bello è che l’ispezione l’abbiamo chiesta noi avvocati – spiega uno dei legali in coda – perché l’ufficio non funzionava bene. Ora non funziona proprio». Essendo attivo solo due ore a settimana, lo sportello è preso d’assalto dai professionisti che devono depositare o ritirare atti. Il cancelliere è in grado di servire una ventina, al massimo trenta avvocati nelle due ore di apertura dell’ufficio, così c’è la corsa al posto. «Mi sono svegliata alle 3.50 per essere qui alle 5 – racconta una avvocatessa di Rovereto – In teoria sarei la seconda in lista perché qualcuno si è evidentemente segnato ieri sera, ma stamattina non si è presentato così in realtà sono la prima». Ma segnato dove? Gli avvocati sono ‘ridotti’ ad attaccare con lo scotch un foglio di carta davanti al portone del palazzo del giudice di pace. Chi prima arriva meglio alloggia nella lista, così se si vuol far parte dei primi venti che saranno sicuramente serviti, bisogna arrivare in via San Pietro alle 5 e segnare a penna il proprio nome. Perché l’iscrizione telematica non è ammessa. «Sono qui dalle 5.10 – racconta una giovane praticante di Castelfranco – Alle 6 qui in strada c’erano i bivacchi perché la sede apre alle 7.30».

E’ a quell’ora che, in base all’elenco, gli avvocati prendono il fatidico numero con il quale poi, a partire dalle 9, si metteranno in coda. «Oggi ci sono 46 persone che sperano di accedere allo sportello. E non si tratta solo di avvocati e praticanti, ma anche di cittadini che magari devono fare ricorso per una multa o la copia di una sentenza», spiegano i legali. Solo la metà ce la faranno. «Io vengo da Serramazzoni – racconta un’altra avvocatessa che si è svegliata all’alba – Sono partita alle 5, ho il numero 23, speriamo di farcela». Gli avvocati sono costretti alle levatacce e poi ad affronatre la giornata lavorativa: «Sono qui dalle 5 – spiega un altro professionista – Mi sono svegliato che c’era ancora buio. Sono le 9 e chissà quando me la caverò, mentre lo studio resta scoperto». «Sono qui dalle 4.57, vengo da Formigine – spiega un altro avvocato – Tutti questi disagi sono dovuti all’ispezione, e poi sapete che cosa diranno questi ispettori? Che l’ufficio funziona bene e che noi avvocati non paghiamo le marche da bollo».

I fortunati che riescono a depositare un atto non sanno poi quando riusciranno a ritirarlo: «Il servizio on-line non funziona – dicono – così siamo costretti a queste levatacce e in più, essendoci solo 4 giudici di pace, due per il penale e due per il civile, per tutta la provincia, i tempi per avere i documenti sono biblici. Siamo costretti a fare firmare liberatorie ai clienti, che si lamentano per i tempi lunghissimi. E’ una situazione scandalosa».