«’Ndrangheta: aprire gli occhi e denunciare le infiltrazioni»

L’appello dal convegno che si è tenuto a Finale dopo l’inchiesta Aemilia

Un momento del convegno

Un momento del convegno

FINALE EMILIA, 25 febbraio 2015 – «Aprire gli occhi e non aver paura». Aprirli sulle società partecipate degli enti locali, sulle associazioni no profit, sulle imprese, sulla ricchezza ‘improvvisa’ del vicino di casa. «Aprire gli occhi e denunciare», perché solo così, reagendo con forza, si può sconfiggere la criminalità. «Aprire gli occhi per non restare incantati dalla potenza economica dell’ ‘ndrangheta, dalla subcultura del materialismo sfrenato». Nel corso del convegno, oggi a Finale, sull’espansione della ‘ndrangheta, organizzato dall’associazione della Polizia locale Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con il Sulpl (Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Locale), con il patrocinio del Comune, dopo l’inchiesta Aemilia, è stato fornito ampissimo materiale di riflessione sul fronte della criminalità organizzata nelle terre d’Emilia, e a livello nazionale. Il procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro Vincenzo Luberto, il giornalista Arcangelo Badolati, caposervizio ‘Gazzetta del Sud’, il comandante della polizia locale di Palmi, Francesco Managò, il coordinatore regionale Sulpl e vice comandante dell’Unione dei Comuni di Sant’Agata D’Esaro, Giuseppe Bonfiglio (moderati da Gianluca Albertazzi, dirigente Ufficio Sicurezza Regione) hanno illustrato la loro lotta sul campo contro l’ ‘ndrangheta spiegando come, nel corso dei decenni, la malavita ha trovato fertile terreno al nord, tra ingenuità, corruzione, mancata conoscenza del fenomeno. «Non è più la mafia e l’ ‘ndrangheta con la lupara e la coppola, ma oggi parla il linguaggio moderno della tecnologia, del vestito firmato, della valigetta piena di denaro». Malavita collusa con la politica, malavitosi a braccetto con politici e imprenditori. «Servono più dati per la banca Sdi (Sistema d’Indagine)». Il sindaco Fernando Ferioli all’apertura dei lavori ha lanciato un grido accorato, dopo che il suo Comune è finito al centro dell’inchiesta Aemilia per l’arresto del capo ufficio Lavori Pubblici. «Non mi perdono di aver fatto entrare l’ndrangheta nella mia ‘vita’ senza accorgermene. Di notte non dormo».