FRANCESCO VECCHI
Cronaca

Famiglia rom vuole una casa dal Comune, è già proprietaria di immobili. Guarda il video

Vivono da giorni all’aperto davanti agli uffici di via Galaverna per protesta VIDEO

I due nomadi che vivono per protesta in via Galaverna

I due nomadi che vivono per protesta in via Galaverna

Modena, 23 febbraio 2016 - Dallo scorso 26 gennaio vivono davanti agli uffici comunali di via Galaverna. All’aperto, in un giaciglio di fortuna, fatto di coperte e vestiti. In questo modo hanno deciso di mettere in scena una protesta contro piazza Grande, perché non ha più fornito loro, dopo anni in cui ciò è invece avvenuto, un tetto sotto il quale vivere. Lui è Alija Ahmetovic, 51 anni, lei, la moglie, Kostana Masarevic, 44enne.

La famiglia rom in questione (VIDEO), proveniente dalla ex Jugoslavia, area bosniaca, è nel nostro territorio dagli anni ’90. Da allora il Comune si è attivato con interventi di tutela sanitaria, dei minori, regolarizzazione amministrativa, supporto socio-educativo. Fornendo al nucleo, i due hanno figli, un’abitazione: per cinque anni in via Nonantolana al civico 1291.

In poche parole per gli Ahmetovic si è attivata la macchina assistenziale prevista a fronte di situazioni d’emergenza, cioè nei confronti di famiglie che affrontano gravi problemi di salute e in condizioni di ristrettezze economiche tali da far ‘scattare’ la parola povertà.

Ci sono però carte, documenti, che raccontano una situazione differente e, oggi, spiegano perché la protesta degli Ahmetovic non ottiene risposta, a differenza di quanto avvenuto in passato, pure recentissimo, come detto.

Documenti che riguardano il capofamiglia: Alija Ahmetovic, appunto. A lui risultano riconducibili due abitazioni di proprietà (mentre per moglie e figli al momento resta il punto interrogativo). Non stiamo parlando di ville, va sottolineato, ma comunque di abitazioni dove si potrebbe, volendo, vivere. La prima si trova in provincia di Rovigo, a Giacciano con Baruchella, 2.171 abitanti. Immobile acquistato nel 2014 e grande 56 metri quadri.

Il secondo, invece, a Gonzaga, in provincia di Mantova. Ahmetovic nel mantovano è proprietario di una seconda unità immobiliare da 169 metri quadri, all’interno di un più ampio fabbricato. Ci sono poi i veicoli. Il 51enne risulta aver fatto immatricolare a suo nome tre Fiat Ducato (rispettivamente nel 2013, 2014 e 2015).

Oltre ai tre furgoni ‘marchiati’ Fiat, risulta essere in possesso di altri tre Ford Transit, però non assicurati. La morale: non stiamo parlando di una persona che naviga nell’oro, è evidente. Ma è altrettanto evidente che il capofamiglia degli Ahmetovic non versa nemmeno in uno stato di totale povertà. Ha due abitazioni, una di modestissime dimensioni, l’altra decisamente più ampia.

Oltre alle due case possiede un parco furgoni che conta sei veicoli. Vuoi siano vecchi, usati, malmessi, ma, comunque, i soldi per comprarli li ha trovati. Ultimo aspetto da citare giusto per osservare l’intera vicenda Ahmetovic anche da un altro punto di osservazione: i figli per il Comune risultano essere potenzialmente in grado di ospitare i genitori, vivendo in altre abitazioni/roulotte che si trovano nella nostra provincia.

Dunque, dopo ormai un mese di proteste e appelli a mezzo stampa, emerge un’altra verità sui coniugi che attualmente vivono all’addiaccio in via Galaverna.

Peraltro sabato verso le 19 proprio Alija Ahmetovic è stato brutalmente aggredito da tre individui che lo hanno assalito con delle spranghe, rompendogli una gamba, con fratture a tibia e perone. Sul posto, dopo il 118 che ha portato d’urgenza l’uomo all’ospedale, è intervenuta anche la polizia. La questura indaga sull’accaduto: per il momento non vengono avanzate ipotesi concrete, ma è escluso che il pestaggio sia in qualche modo da collegare all’incendio doloso che domenica sera ha ‘polverizzato’ due roulotte in via Contrada.

I due mezzi non fanno parte dei beni riconducibili agli Ahmetovic. Piuttosto non è escluso che l’aggressione sia da collegare al posto scelto dai coniugi per inscenare la loro protesta, notoriamente frequentata anche da pusher, soprattutto la sera.