Ruba mezzo milione ai clienti, bancario indagato

Raffica di denunce nei confronti di un 40enne che poi è stato licenziato dall’istituto di credito. L’uomo avrebbe speso tutto il denaro giocando d’azzardo

TRUFFABANC-D_WEB

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Modena, 16 giugno 2016 - È arrivato addirittura a truffare la sorella e il padre, promettendo loro importanti investimenti finanziari. Ci aveva preso così tanto la mano, nel raggirare amici e parenti, che in poco più di due anni si è ‘bruciato’ oltre mezzo milione di euro. È dei giorni scorsi l’avviso di garanzia, a seguito della chiusura indagini, per un dirigente 40enne (residente in città) della sede modenese di una banca, indagato col sospetto che abbia truffato quasi una decina di persone, sperperando il loro patrimonio a quanto pare in gioco d’azzardo.

Questa è la sua versione. Le denunce hanno iniziato a ‘fioccare’ ad ottobre 2014. A quel punto sono iniziate le indagini e il pm De Santis ha acquisito verifiche e ispezioni effettuate dallo stesso istituto di credito dove, prima di essere licenziato, il presunto truffatore vantava un ruolo di successo. I primi a denunciare l’uomo sono stati proprio la sorella, il cognato e il padre del 40enne che, una volta chiesta contezza dei propri investimenti, hanno scoperto di non avere più nulla sui conti correnti.

A ruota sono poi state depositate le querele di altri amici intimi del dirigente. Tra questi, addirittura, un amico e tutta la famiglia di quest’ultimo che ha messo nelle mani dell’uomo 300 mila euro, incassati dopo il risarcimento per un lutto. Il 40enne, a quanto pare, per raggiungere il suo scopo avrebbe calpestato anche le sofferenze dei propri congiunti. Le diverse denunce sono state quindi riunite per arrivare ad un’unica indagini ora conclusa, che vede l’uomo indagato per truffa e appropriazione indebita.

Il ruolo ricoperto dal 40enne era legato all’espansione commerciale. Ecco perché il dirigente poteva permettersi di girare tra le varie sedi e tra i diversi clienti, proponendo loro prodotti finanziari. È in questo contesto che l’uomo, affetto a suo dire da ludopatia, avrebbe millantato ad amici e parenti di avere particolari capacità ‘intuitive’, che gli avrebbero permesso di scegliere sempre investimenti vantaggiosi. Visto il legame affettivo dei familiari e la fiducia riposta in lui dagli amici, non ci avrebbe messo poi tanto il dirigente a farsi consegnare le somme. Ma l’uomo se ne sarebbe guardato bene dal richiedere contanti ai raggirati; infatti avrebbe sempre e solo preteso assegni non intestati.

«Li devo far confluire in un fondo sicuro», avrebbe promesso alle ignare vittime. Da quel momento iniziava la ‘gara all’incasso’. Secondo le indagini, infatti, il 40enne si sarebbe fatto consegnare le centinaia di migliaia d’euro scambiando gli assegni nelle varie filiali della Regione, legate all’istituto di credito per il quale lavorava. In sostanza, avrebbe acceso conti correnti proprio a nome di amici e parenti, per poi far transitare il denaro degli ignari clienti. Con questo sistema si sarebbe intascato in poco più di due anni mezzo milione di euro. Ora i legali dei diversi truffati punteranno anche sulla mancanza di vigilanza da parte della banca: l’aver permesso al dirigente di negoziare assegni per conto di terzi e per lungo tempo, prelevando contante.