Maxi sequestro di alimenti e medicinali cinesi al porto

Operazione di Guardia di finanza e Agenzia delle dogane: materiale bruciato nel termovalorizzatore

Un’immagine d’archivio del porto di Ravenna

Un’immagine d’archivio del porto di Ravenna

Ravenna, 19 giugno 2015 - Sono stati bruciati nel termovalorizzatore gestito da Hera Spa di Ravenna, oltre 400.000 confezioni alimentari destinate in Toscana, trasportate illecitamente all’interno di un container proveniente dalla Cina.

L’importatore, una società in accomandita semplice della provincia di Firenze gestita da cinesi, aveva dichiarato un carico di copertura di “bacchette, spazzolini da denti e tazzine” ma negli oltre 2.100 cartoni sono stati sequestrati dall’Agenzia delle Dogane e dalla Guardia di Finanza di Ravenna salumi, uova, pesce, crostacei e liquori, destinati verosimilmente ad attività commerciali sul territorio nazionale.

Unitamente ai prodotti ad uso alimentare sono stati trovati circa 30 scatole contenenti 30.000 confezioni di medicinali (probabilmente un farmaco antinfluenzale) tutte con indicazioni calligrafiche cinesi, la cui importazione è assolutamente vietata in tutto il territorio comunitario.

Sono tuttora in corso accertamenti congiunti con l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) per analizzare i principi attivi contenuti nei farmaci e definirne il potenziale grado di pericolosità

Su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ravenna, nei giorni scorsi, le Fiamme Gialle del Gruppo di Ravenna hanno scortato il camion dell’HERA con la merce deperibile del carico illecito fino al termovalorizzatore di via Baiona ed hanno assistito alla distruzione degli alimentari, molti in pessimo stato di conservazione già al momento del sequestro.