Uccise il compagno cuoco, via al processo

Cervia, chiesta la perizia psichiatrica per il 22enne, omicida del cuoco Ugo Tani

SUL POSTO Il corpo del cuoco viene portato via dalla casa dove conviveva col 22enne Antonio Colopi

SUL POSTO Il corpo del cuoco viene portato via dalla casa dove conviveva col 22enne Antonio Colopi

Cervia (Ravenna), 11 gennaio 2017 – Uccise il suo compagno con colpo secco di mannaia alla base del collo. Poi disse che si era difeso, dopo averlo disarmato, al termine dell’ennesimo litigio scoppiato per questioni di gelosia. Ieri mattina il 22enne aiuto-cuoco Antonio Colopi è comparso in Tribunale, accompagnato dagli agenti della polizia penitenziaria, dove ha preso il via il processo per l’omicidio di Ugo Tani, 55enne leccese residente a Ferrara, chef stagionale in un albergo di Pinarella.

Proprio qui, lo scorso 10 aprile, in un appartamento di via Puglie che aveva affittato da un mese in previsione del lavoro estivo, il suo corpo senza vita fu ritrovato dai padroni di casa in un lago di sangue, nel cucinotto al pianterreno. Il difensore dell’imputato, l’avvocato Monica Cappellini del foro di Rimini, ha chiesto di processarlo con rito abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica cui dovrebbe essere sottoposto in ragione di una grave patologia, della quale ha prodotto le attestazioni mediche anche al pm Stefano Stargiotti. Obiettivo – oltre a ottenere lo sconto di pena di un terzo in caso di condanna –, capire se al momento del fatto di sangue fosse in grado di intendere e di volere. Il gip, Rossella Materia, scioglierà la riserva all’inizio della prossima settimana, quando è stata fissata la seconda udienza. Ieri, a quella preliminare, erano presenti anche alcuni parenti della vittima, nessuno dei quali ha però deciso di costituirsi parte civile. Quindi almeno in sede penale nessuna richiesta di risarcimento per quell’amore omosessuale tra cuochi finito in tragedia.

I due avevano una relazione e convivevano a Ferrara dal giugno del 2015. «Stavo con Ugo perché mi manteneva. Lui era molto innamorato di me e geloso, io gli volevo bene ma a me piaceva uscire anche con gli amici», raccontò all’epoca Colopi, precisando che proprio per questo il sabato avevano nuovamente litigato. Il giovane disse inoltre di essersi procurato della cocaina da un amico. Poi, la domenica mattina, quando tornò a Pinarella in treno, l’amante reagì male e la discussione degenerò, fino a diventare fatale per il 55enne. Il giovane avvolse il cadavere dello chef in un panno, forse tentò di caricarlo in auto quando arrivarono i padroni di casa e per la fretta scappò, portando con sé anche il cane della vittima. Fu convinto a costituirsi da un avvocato abruzzese, che lo aveva assistito in precedenza per fatti minori, dopo una fuga in A14 durata ore mentre tentava di tornare a Lecce dalla famiglia.