Porti, scatta la rivoluzione di Delrio

Un’unica Autorità portuale per Ravenna, Ancona, Trieste e Venezia (possibile ‘capitale’). Le reazioni

Nave, foto Zani

Nave, foto Zani

Ravenna, 22 maggio 2015 - Ravenna, Venezia, Ancona e Trieste riunite sotto un’unica Autorità Portuale. La sede principale? C’è chi giura Venezia, ma gli altri porti – Ravenna compresa – sperano non sia così, anche se la palla è tutta in mano al ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio che non sembra particolarmente intenzionato a trattare e scendere a compromessi con gli enti locali. Questa scelta geografica ricalca precisamente l’accordo tra i porti Napa.

LA NOVITÀ è contenuta in un documento che doveva restare riservato fino al 4 giugno, dopo le elezioni regionali, ma qualche porto tirrenico che non accetta i macrodistretti di Delrio ha cominciato a far trapelare le novità. Molti pensano, infatti, ancora a una divisione Trieste-Venezia e Ravenna-Ancona, come nella bozza che ha girato sulle scrivanie per oltre un anno e volatilizzatasi in primavera per le guerre di campanile tra i porti liguri. Gli altri sette macrodistretti accorperebbero i porti liguri più Carrara, quindi quelli tra Livorno e Gaeta, Messina con Gioia Tauro, gli altri scali siciliani, quelli sardi, Taranto e Brindisi, Napoli e Salerno.

Ognuno di essi avrà un presidente, mentre in ogni porto sarebbe previsto un direttore. Nel caso che Venezia sia messa alla testa di Trieste, Ravenna e Ancona il presidente non sarebbe comunque l’attuale, Paolo Costa. Il 4 giugno non è poi così lontano.

«Siamo interessati a partecipare ad un confronto sul sistema della portualità italiana, serio e nel merito, che abbia come finalità un disegno organico del sistema portuale del nostro Paese, non uno spezzatino di provvedimenti. La discussione sull'organizzazione della portualità deve partire dalla definizione degli obiettivi della portualità italiana e di ogni singolo scalo, e non viceversa». Così il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci. «La riorganizzazione e il numero delle Autorità Portuali deve seguire e non precedere la definizione degli obiettivi e degli interventi per la portualità italiana e di ogni singolo scalo - ha aggiunto - In quella riorganizzazione, centrale deve essere il ruolo dei territori, degli Enti Locali e delle Regioni. Questa mattina ho già preso contatto con il Presidente della Provincia di Ravenna, Claudio Casadio e con la Regione Emilia-Romagna per un'iniziativa comune per aprire un tavolo di confronto con il Governo su questi temi».

 Sarebbe un "errore madornale", afferma il vicesindaco, Gianntonio Mingozzi, "se il ministro Delrio riproponesse la recente ipotesi 'Lupi'". Si andrebbe infatti a confondere "il sostegno alla portualità italiana con una geografia di fusioni che ammazzerebbe la competitività e ogni speranza di nuovi investimenti in reti e infrastrutture proposte dagli scali più attivi". A uscirne con le ossa rotte sarebbe proprio Ravenna, che "intende sviluppare offerta logistica e investimenti pubblici e privati che passano dall'approfondimento dei fondali e da nuove misure per lo smaltimento degli escavi". Interventi "urgentissimi" che necessitano dell'aiuto di Stato e Regione. Il resto, conclude Mingozzi, è "una minaccia alla credibilità delle istituzioni che hanno assunto impegni ben precisi sullo sviluppo del porto di Ravenna e sulle condizioni indispensabili per raggiungere quei risultati".